Il convitato di pietra della rassegna che il 26 luglio al Teatro Mercadante di Napoli ha incoronato le 50 migliori pizze d’Italia è proprio lui, Flavio Briatore, l’imprenditore di Cuneo residente a Montecarlo, proprietario della catena di pizzerie di lusso “Crazy Pizza”, nota per la proposta d’élite e i prezzi non proprio popolari. Briatore qualche tempo fa era entrato in polemica con i maestri partenopei della pizza, primo fra tutti Gino Sorbillo; l’imprenditore aveva criticato i prezzi troppo bassi di molti locali, contestandone la scarsa qualità delle materie prime usate. La replica di pizzaioli ed associazioni di categoria non si era fatta attendere, secondo Sorbillo “la pizza deve restare un prodotto per tutti, venderla a 65 euro è un’offesa alla tradizione […] Briatore vuole sapere perché la mia pizza costa così poco? Perché le ottime farine, i migliori San Marzano, il fior di latte nostrano e il miglior olio d’oliva non fanno andare il costo di questo prodotto oltre i 5, 6, massimo 7 euro”. E giudicando l’exploit dell’imprenditore come “una provocazione per farsi pubblicità”.
Alla luce di questa polemica, l’assenza di “Crazy pizza” fa rumore ed è destinata a rinfocolare il dibattito, soprattutto da parte dei sostenitori della pizza come piatto del popolo. A conquistare il primo posto per la quarta volta consecutiva è la casertana “I Masanielli” di Francesco Martucci che propone un menù dai 6 euro di una margherita a 16 della pizza al tartufo, a riprova, almeno secondo i redattori della classifica, che non sono necessari prezzi esorbitanti per raggiungere l’eccellenza.