Mentre al G7 si mangia a scrocco di noi contribuenti, ci troviamo all’ospedale di Olbia con la gente locale trattata peggio di un cane abbandonato sul ciglio della strada. Da qualche giorno sono nella bellissima località di Porto Cervo in Sardegna. Località conosciuta appunto per la vita mondana, i ristoranti stellati, gli yacht, il lusso e la bella gente… ma bisogna pregare di stare bene o di non farsi male! Andiamo con ordine di questa triste storia perfetto specchio dell’Italia attuale. Ho infatti portato in visita un mio amico americano con la mia famiglia, abbiamo mangiato in ottimi ristoranti, partecipato a eventi di regate, pagato taxi il doppio se non il triplo della tariffa ordinaria nelle altre città italiane. Conosciamo la Sardegna da anni, ma non avremmo mai pensato di sperimentare il servizio ospedaliero in prima persona. Alle 2 di notte Gradey si è però trovato con un forte attacco di colica renale. È stato portato via con un’ambulanza e è rimasto nel Pronto soccorso per 12 ore senza essere visitato da un dottore o sapere nulla delle sue analisi del sangue. Gli hanno dato un antidolorifico potente e lo hanno messo su una sedia di ferro per 12 ore consecutive. Ma non è finita qui.
Già nel pomeriggio quando siamo arrivati, alle 14.30, la situazione nel Pronto soccorso era imbarazzante: una sorta di terzo mondo dopo una strage naturale. Mi sono chiesta su come potremmo reagire nel caso di guerra, ma anche semplicemente nel caso di una nuova pandemia? Pensavo che avessimo imparato qualcosa dopo il Covid e invece è peggio di prima! Una vergogna e un insulto a tutte le vittime della pandemia (morte invano a quanto pare). Il mio amico Gradey Hosier mi ha chiesto come le persone riescono a sopravvivere in Italia e devo ammettere di essermi vergognata. Si parla tanto di Patria e di orgoglio italiano, la gente viene nel nostro Paese pensando di trascorrere delle vacanze in sicurezza, vi ricordate gli slogan politici? La tanto decantata sicurezza? Quella per cui vi chiudevano in casa… Mentre aspettavo che il mio amico venisse dimesso ero fuori da quella porta accanto a una signora anziana che aspettava di poter vedere il marito che da quattro giorni era stato “parcheggiato” in un angolo del Pronto soccorso con la maschera d’ossigeno sul viso perché non avevano stanze per lui. È dal 2022 (se non da prima) che il governo italiano conosce le critiche situazioni sanitarie che si verificano all’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia. Si trova infatti in una situazione critica, essendo privo di medici per coprire i turni e la struttura è senza tanto altro personale qualificato. Con oltre 60mila abitanti e un’affluenza stagionale importante di turisti, il Pronto soccorso nella quarta città della Sardegna è al collasso. Quello di Olbia si affida a medici “in affitto” che non possono gestire i casi più gravi (i codici rossi) e a specialisti di altri reparti richiamati d’urgenza dall’Asl.
Ora vi dico anche come ha vissuto questa esperienza il mio amico Gradey, 33 anni, ex militare americano: “L'ospedale era sovraccarico, la gente gemeva di dolore in agonia. Lo staff medico ospedaliero camminava accanto alle persone sofferenti cercando di fare il possibile, ma le persone vengono ammassate tutte nelle stesse stanze e non c’e differenza secondo la loro patologia. Mi è sembrato di vivere un incubo, avrei pagato qualsiasi cosa pur di farmi curare”. E ancora mi ha spiegato: “Un’altra immagine che mi è rimasta impressa, e lo dico da americano, è stato vedere la guardia di vigilanza che girava armata per i corridoi. Sembrava volesse proteggere noi pazienti all’interno del Pronto soccorso, ma la verità è che le persone nell’area d’ingresso volevano solo ottenere informazioni sui loro cari o cercare di capire le tempistiche di attesa. È veramente incivile come vengono trattati i cittadini di Olbia e i turisti ed è scandaloso che il governo italiano non capisca che le isole italiane hanno bisogno del massimo supporto, specialmente sulla sanità, in modo da tutelare i locali e noi stranieri che portiamo reddito”. Quindi, tornando al G7, anche la Puglia non è da meno! La mancanza di personale adeguato e preparato manda in affanno i presidi sanitari. Proprio negli ultimi anni, la Puglia ha registrato diversi casi di medici passati dagli ospedali pubblici alle cliniche private, non solo per questioni economiche, ma anche per la maggior competitività e possibilità di accesso ai macchinari diagnostici. E mentre Giorgia Meloni balla la taranta, Joe Biden si addormenta in piedi e i potenti parlano di dove e come spendere i nostri soldi, la Puglia (per chi può permetterselo) è tra le regioni che in Italia sborsano di più per le cure sanitarie fuori regione. Per confidare in un cambiamento, probabilmente, non ci resta che sperare in un gran bel mal di pancia a qualche leader europeo o internazionale nelle nostre località turistiche.