Il quarantunesimo anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi si avvicina, un altro anno senza verità e giustizia. Pietro Orlandi, ospite a a Cusano Italia TV, è tornato a parlare dell’inchiesta aperta e voluta da Papa Francesco lo scorso anno, la prima inchiesta dopo ben quarant’anni. Si sa, nella Santa Sede i tempi sono biblici, e infatti nulla ancora si è smosso: “Purtroppo, l’inchiesta aperta dal Vaticano è una farsa. E mi dispiace che Papa Francesco da Capo di Stato continui a non fare nulla. Il 25 giugno 2023 pregò per Emanuela durante l’Angelus, nella sua autobiografia ‘Life’ ha scritto ‘su Emanuela Orlandi emerga la verità con l’inchiesta aperta in Vaticano’, ma non si può limitare a dire certe cose senza poi andare fino in fondo. Bergoglio l’inchiesta su Emanuela Orlandi l’ha aperta un anno e mezzo fa ormai, l’ha messa in mano al Promotore di Giustizia Vaticano Alessandro Diddi, allora perché non ha mai provato a chiedere a Diddi come vanno le cose? Come mai il Santo Padre non si rende conto che Diddi sta facendo il contrario di quello che gli ha chiesto lui? Ecco, queste cose non riesco a comprenderle e non riesco a comprendere l’atteggiamento del Papa”. Nemmeno noi.
D’altro canto, invece, la Commissione parlamentare d’inchiesta incaricata di indagare sui casi Orlandi Gregori sta andando avanti. Oggi, infatti, verranno ascoltate tre delle amiche di Emanuela: La Commissione sentirà Alessandra Cannata e Laura Casagrande, allieve della scuola di musica frequentata da mia sorella, e Cristina Franzé, amica di Emanuela. Va bene per carità, è importante anche ascoltare le amichette di mia sorella, ma, secondo me, sarebbe stato più utile ascoltare per primi il comandante della Gendarmeria vaticana Giani e il suo vice Alessandrini che anni fa ebbero uno strano incontro, e dissero cose particolari a Giancarlo Capaldo, all’epoca magistrato titolare dell’inchiesta. Capaldo disse ai due ‘la famiglia Orlandi vuole sapere se Emanuela è viva o morta’. Successivamente, i due della Gendarmeria vaticana alla richiesta del magistrato di avere almeno i resti di Emanuela risposero ‘va bene purché la Procura imbastisca una storia verosimile che tolga qualunque dubbio di responsabilità al Vaticano’. E Capaldo fece una dichiarazione all’ANSA dicendo ‘ci sono personalità in Vaticano ancora in vita che sono a conoscenza di tutto’. Ora, voglio dire, più di questa ammissione di essere a conoscenza dei fatti cosa serve per dimostrare che in Vaticano sanno che fine ha fatto Emanuela?”. Sono diverse le persone che la Commissione dovrebbe convocare: “Capaldo, ma anche Francesca Immacolata Chaouqui, monsignor Balda, l’ex segretario del cardinal Poletti, il cardinal Ruini e l’alto ufficiale dei carabinieri di stanza al SISDE che dopo il rapimento di mia sorella si piazzò in casa nostra insieme all’agente dei servizi segreti Giulio Gangi, morto di recente. Queste persone sanno sicuramente come andarono le cose. E comunque, personalmente resto convinto che Emanuela fu portata a Londra e lasciata lì, quello che è successo dopo non lo so, ma io credo al fatto che fino al 1997 c’è stata questa situazione”.