La bellezza oggettiva (dicono) non esiste. E in effetti è vero, non esiste. Inutile girarci intorno: per una grossa fetta di mondo occidentale fashion addicted Maria Carla Boscono, lunghissima e filiforme top model italiana, è stata per anni una dea scesa in terra a ricordarci che suppellettili come tette e bocche carnose sono tendenzialmente inutili. Ahimè. però. sembra che invece la bellezza “perfetta per la scienza” esista: quella calcolata secondo finissimi algoritmi e pareri illustri pare che venga presa in considerazione da qualcuno e quest’anno lo scettro della più bella va a lei, a Jodie Comer. Secondo applicazioni ed equazioni matematiche che tengono in considerazione proporzioni, distanze naso/mento/occhi/fronte/gengive la protagonista di “Killing Eve” è la queen della bellezza assoluta e detentrice del naso perfetto. Questo almeno a detta di tal Julian de Silva, responsabile del Centre For Advanced Facial Cosmetic And Plastic Surgery di Londra .
E già qui mia madre, fiera creatrice del mio naso, potrebbe avere molto da ridire visto che l’unica cosa che sostiene di aver fatto alla perfezione è il mio naso (e solo quello in realtà). Sempre nella classifica delle donne più belle del mondo “secondo la scienza” e secondo il chirurgo (che a mio avviso deve averle avute tutte come clienti) ritroviamo: Beyoncé, Ariana Grande, Kim Kardashian, Taylor Swift, Zendaya e altre star varie ed eventuali, che la natura ha dotato di molto talento e la carriera del budget per raggiungere senza troppi inconvenienti la perfezione legata alle mode del momento. È qui che il discorso inizia a farmi incazzare: nessuna delle bellezze sopracitate è figlia di una fortunata serie di coincidenze naturali, ma di una serie di piccoli e astuti interventi per portare una donna già bella (perdonatemi, ma su Kim Kardashian potrei avere qualcosa da ridire) verso il goal de “la bella bella in modo assurdo”.
Inoltre, questa totale mancanza di considerazione nei confronti del fascino personale mi disturba: perché mai la nasuta ma zigomatica Penelope Cruz non è nella classifica delle donne perfette? Perché mai la sempre verde Adriana Lima, la prova vivente che Dio esiste e ama il fitness, non è citata? Perché mai la scienza mi prende ad esempio donne che hanno più intimità con il botox che col sesso? Che messaggio vuole farmi passare? Che per Natale mi devo regalare un buono omaggio dal chirurgo delle star e andare a farmi fare il tagliando? Perché perdiamo tempo a dare retta ad un software sviluppato da un’azienda con tutto l’interesse del mondo a vendere i pacchetti natalizi del rinofiller?
Ma soprattutto la scienza, nel 2022, anno ancora di Covid e vaiolo delle scimmie, non ha nient’altro di meglio a cui pensare? L’elenco delle più belle secondo il computer (che immagino essere un Commodore 64) mi crea del disagio interiore. Più che rappresentanti dell’estetica senza barriere, mi sembrano le ennesime povere criste destinate a diventare dei meme che ci ricordano che non si nasce brutte, ma povere in canna (non sempre), un po’ sfigate (spesso) e forse senza nemmeno un po’ di gusto, ma sicuramente con la tendenza a distruggere abiti iconici come il naked dress di Marilyn Monroe per una festicciola internazionale tra star di dubbio spessore per cercare di flexare qualcosa che non si possiede: appunto la perfezione. Quella raggiunta invece da una donna morta a 35 anni in circostanze ancora misteriose e che, pure senza il chirurgo, ha lasciato il segno. Sono piuttosto stufa di queste mosse commerciali per menti influenzabili (soprattutto adolescenziali) che mi spacciano per donne perfette tizie che per il loro naso hanno messo a budget quello che ho speso io l'anno scorso per rifarmi il bagno. Ciao Kim!