Ma i Måneskin non erano paladini dell'ambiente? Come da adesione al Global Citizen - prima sotto la torre Eiffel (anno 2021) e poi nel cuore della Grande mela (scorso settembre) - alias la big maratona di 24 ore che si propone di chiedere attenzione sul surriscaldamento globale e la fine della povertà estrema. Non a caso avevano anticipato il loro ennesimo passaggio twittando con sentimento: “Stiamo collaborando per invitare i leader e le società mondiali a dare parità alle ragazze e intraprendere azioni per il clima e porre fine alla povertà estrema”. Molto nobile, peccato anche poco coerente negli intenti, come fa sapere il team di data - attivisti Jet dei Ricchi, che scopre come per la promozione dell'ultimo singolo abbiano inquinato in due giorni come una persona normale in quattro anni.
“Siamo fuori di testa, ma diversi da loro”. Mica tanto.
“Per due concerti in Europa 11 tonnellate di emissioni. Mamma mia! Måneskin, sono parecchie anche per delle rockstar come voi!”. Scrive intanto il gruppo green a correndo del lancio di The Loneliest, che per precisione non è la canzone più ascoltata al mondo, ma la canzone più ascoltata al mondo tra le nuove canzoni uscite nello stesso giorno. Ma andiamo oltre, e torniamo agli ex Cenerentoli di via del Corso e alla loro incoerenza ambientale.
Secondo Jet dei Ricchi, infatti, per sponsorizzare il brano i quattro si sarebbero spostati tra il 6 e 7 ottobre da Roma a Londra, poi da Londra a Parigi, e infine da Parigi a Roma con un jet privato, il 9H-CFL. Delle oltre 11 tonnellate di CO2 prodotte, 5,4 sono state emesse per cantare il nuovo brano al lancio londinese, quello dello storico club di Camden simbolo della scena alternativa british. Mentre 1,5 sono state rilasciate per esibirsi al Pop Rock Live di Rtl2 a Parigi, e infine 4,3 tonnellate per il viaggio di ritorno a Roma. Intanto che chiosano: “Se volete che le future generazioni si emozionino ascoltandovi come noi ci siamo emozionati con i Pooh, dobbiamo tenerci stretti il pianeta. Sennò niente nuove generazioni, niente musica immortale, niente reunions dei cinquant’anni e così via”.
Ma a differenza degli altri casi portati alla luce, questa volta l'umore degli utenti si è spaccato in due. C'è chi è deluso per la scarsa attenzione all'ambiente e dedica ai quattro anche frecciate ironiche, “i paladini dei diritti umani... quanto è facile parlare rispetto ad agire”. E chi li sostiene comunque, specificando che i concerti sono il loro lavoro e non c'è altro modo di spostarsi se le date sono così ravvicinate. Concerti le cui date sono fissate ovviamente dall'entourage, come a dire, basta programmare meglio e il problema non si pone. Insomma, non ci sono scusanti che tengono, come allude ancora il team di analisti, che replica tramite Green&Blue: “Cambia poco se a prendere un jet è un politico che fa campagna elettorale, una squadra in trasferta, oppure una band che suona ad un concerto. Si tratta sempre di singoli individui che fanno il proprio lavoro, per il quale sono lautamente remunerati. Non adempiono a una funzione di utilità pubblica. Viaggiare in jet non è un diritto. Se non riescono ad assolvere tutti i loro impegni, non è un nostro problema. L’ambiente invece, sì, è un nostro problema (e anche loro)”.
Ammonimento senza replica a parte, intanto i quattro fanno incetta di nomination agli American Music Awards, dove sono candidati sia nella sezione rock che pop, come a dire che sulla loro identità artistica anche gli americani hanno qualche dubbio, al contrario del “papà” televisivo Fazio.