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Zitti e buoni cantata
sotto la Torre Eiffel:
forse i Måneskin hanno
davvero le palle

  • di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

27 settembre 2021

Zitti e buoni cantata sotto la Torre Eiffel: forse i Måneskin hanno davvero le palle
Dopo aver fatto incazzare tutta la stampa francese con la loro vittoria all’Eurovision, Damiano e soci gliela vanno a cantare a “casa loro”, ospiti del Global Citizen Live. Perché i Måneskin non saranno forse i nuovi Rolling Stones, ma un po’ di sano rock and roll (a quanto pare) la sanno davvero fare

di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

Zitti e buoni cantata in italiano sotto la Torre Eiffel. E "Voilà" (che Barbara Pravi non ce ne voglia), pure in mondovisione. This is Måneskin, signore e signori. Dopo il dissing con la Francia in quel di Rotterdam (post vittoria dei nostri all'Eurovision), Damiano e soci gliela vanno a cantare a “casa loro”, ospiti del Global Citizen Live, evento che nel weekend (sabato 25 e domenica 26 settembre) vede sfilare centinaia di big della musica internazionale dalle capitali di tutto il mondo.

Un concerto - maratona per salvare il pianeta da povertà e cambiamenti climatici. Ventiquattro ore no stop con oltre un miliardo di spettatori collegati dai quattro angoli del pianeta (senza contare quelli in presenza, almeno centomila). Numeri che farebbero impallidire persino il leggendario Live Aid del 1985.

Per darvi un'idea della grandiosità del live (ribattezzato già il più grande del mondo), nella line-up ritroviamo, fra gli altri, Elton John, i Bts, Billie Eilish, i Coldplay e Duran Duran. L'Italia scende in campo con Andrea Bocelli (in collegamento dalla Toscana) e i già citati (inarrestabili ormai) ex Cenerentoli di Via del Corso. E sono proprio i quattro romani tra i più attesi e acclamati in quel di Parigi, sabato sera. Altra vittoria in trasferta per i nostri, dopo un tour europeo che ha mandato i fan letteralmente "fuori di testa".

La band saluta il pubblico delle baguette con un set di venti minuti. I francesi apprezzano parecchio. Saranno diventati sportivi o avranno semplicemente ripulito le orecchie, al contrario dei detrattori (per lo più italici) da tastiera? Chiariamolo una volta per tutte, al contrario di quanto voglia far intendere una certa critica piaciona, i Måneskin non sono (almeno non ancora) i novelli Rolling Stones (e lo sanno anche loro), ma il rock lo sanno fare. E anche bene. E mixando carisma e carica erotica a palla, dimostrano che sul palco ci sanno stare. Eccome. Fatevene una ragione.

Così, anche sotto il cielo parigino, la band non sfigura di una virgola con gli altri grandi nomi in programma, e mette in fila un paio di brani (I wanna be your slave & For your love) dall'ultimo disco (Teatro d'ira V.I, pluricertificato platino), più due tra le cover più riuscite, inclusa Beggin, con cui hanno scalato le classifiche streaming di mezzo mondo. Sul finale la scelta cade su Zitti e buoni, brano con cui hanno stracciato gli avversari sia a Sanremo che all'Eurovision, proprio davanti alla France. E ora gliela cantano in faccia, a casa loro.

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