I Måneskin hanno collaborato con Iggy Pop. Il che, al di là dei comunicati e degli annunci sui social, significa verosimilmente che, a margine di una videochiamata di qualche secondo con i Måneskin organizzata dalla casa discografica, Iggy Pop per conto suo ha registrato un cantato sopra la traccia musicale di “I wanna be your slave”, ultimo poco riuscito (di certo poco dinamico e piuttosto piatto e ripetitivo) singolo della band romana vincitrice dell’Eurovision: un compito improbo, quello di migliorare la resa del brano, anche per un monumento vivente come l’artista a cui è stato da poco assegnato un Grammy alla carriera.
Due le principali reazioni suscitate dalla notizia. Da un lato c'è chi ha brindato alla legittimazione rock mondiale per i Måneskin, dall’altro chi ha avuto un moto di sconcerto (quando non di disgusto) nel sapere che Iggy Pop (auguri a spiegare chi sia al fan tipo, di solito una fan, di Damiano & C.) ha accettato di collaborare con i giovani italiani.
Entrambe le reazioni sono poco giustificate, per il medesimo motivo: Iggy Pop è un grande e un suo “featuring” è motivo di onore, ma al contempo – per quel che conta – non può essere considerato una legittimazione in chiave rock né punk, perché l’ex Stooges (che ha pure scritto due canzoni per Zucchero) ha prestato la propria voce e la sua immagine in moltissime occasioni e l’ha fatto accompagnandosi a personaggi musicali di ogni tipo, spesso non definibili nemmeno musicisti (vedi canzone di Natale con Kylie Minogue) né cantanti (vedi spot con i rapper A$AP Rocky e Tyler, The Creator per Gucci, che in Italia parallelamente ha scelto Achille Lauro).
Del resto, c’è anche nel nome: Iggy non è solo rock e non è solo punk, è anche Pop. E i Måneskin, che siano pop o rock, per un motivo o per l’altro sono comunque in testa alle classifiche.
Iggy, tra le tante cose, ha rifatto in duetto con Debbie Harry “Well, did you Evah”, un classico di Crosby e Sinatra.
Lo si è sentito accompagnato dalla musica elettronica degli Underworld…
… e dei Death in Vegas.
Ha collaborato con il compositore giapponese Ryuichi Sakamoto…
… si è affiancato agli africani Songhoy Blues, di Timbuktu...
… e ha cantato sulla musica balcanica di Goran Bregovic.
Ha prestato la sua voce profonda alla musica ambient da colonna sonora di Oneohtrix Point Never…
… e ha declamato Walt Whitman su una base minimal techno con Tarwater e Alva Noto.
Anche se, con buona pace dei Måneskin e di tutti gli altri, quando si tratta di collaborazioni, quella di maggior successo resta comunque quella con il suo uccello, Biggy Pop.