Non conosce tregua il notiziario sulle disgrazie patite da Giorgia Soleri. Così in continuo aggiornamento che anche di fronte a un titolone fake “Una volta sono morta” c'e chi ci casca con tutte le scarpe e lo prende per vero. Quasi che alla sfortunatissima biografia dell'influencer manchi solo l'ipotesi più estrema, con annessa resurrezione come ipotizziamo provocatoriamente. Ma fantasie a parte, che già immaginiamo catapultate in qualche serie Netflix (“Vita e opere di”) cominciamo a rispolverare la sua corposa cartella clinica, che usa revisionare a cadenza regolare a beneficio di follower e media. Non a caso la modella, poetessa e attivista, nota più che altro per la sua relazione con Damiano dei Måneskin (che le piaccia o meno) ha espresso più volte dubbi sull'inadeguata formazione dei medici. Quindi chi più di lei può fare divulgazione, dall'alto della sua esperienza, e certo pure del mancato diploma, nevvero. Ecco allora che si fa portavoce dell'ennesima malattia, diffondendo a mezzo social l'ultima rivelazione.
Anno domini 2022, giorno 3 ottobre, la Soleri annuncia: “Qualche giorno fa è arrivata la quinta diagnosi, con la stessa dinamica di tutte le altre: dubbi, disillusione, rassegnazione. Poi un nome: fibromalgia”. Un'altra patologia invalidante che arriva dopo vulvodinia, neuropatia del pudendo, endometriosi e adenomiosi, che come già anticipato nell'incipit mette in luce un bollettino medico non proprio rassicurante per una ventiseienne, ma che le vale anche una rubrica di Salute su Repubblica, non c'è di che. Quindi un tentativo, come insinuano alcuni, di farsi pubblicità e accrescere il suo personaggio, più che opera d'informazione fine a sé stessa. Ma è anche vero che la Signorina Nessuno (come da suo tomo di poesie) nella lotta alla vulvodinia si è impegnata per davvero, arrivando persino a promuovere la legge per riconoscerla in Parlamento. Chiaramente sempre accompagnata dall'endersoment del fidanzato, ci mancherebbe.
Eppure, la sua smania di sensibilizzazione non si limita alla cartella clinica odierna (fino a prossimi aggiornamenti) bensì pesca pure dal passato. Quindi in un breve lasso di tempo veniamo a sapere dell'aborto a 21 anni e poi della depressione, passando persino per il tentato suicidio scampato per mano della madre. Esperienze dolorose per davvero e come sempre raccontate al Corriere, tra uno spot e l'altro della sua fatica letteraria, quasi a veicolare con tale approccio propagandistico qualsiasi tema più o meno serio.
Scopriamo inoltre e sarà un caso ("a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina" diceva il "Divo" Giulio Andreotti) che la sua storyline assomiglia in maniera impressionante alla vita di una cantante statunitense, tale Halsey. Anzi ne ricalca proprio i punti essenziali (come si evince dall'allegato in basso): dall'aborto al tentato suicidio, fino all'endometriosi. Una casualità che alimenta leciti dubbi, considerato il legame quasi esplicito con la Stardust (agenzia d'influencer che fa capo al manager dei Måneskin), almeno per quanto riguarda la strategia di comunicazione. Del resto in mancanza di altri requisiti, c'è chi vende cosmetici e chi disgrazie vere o presunte, anche se vissute sulla propria pelle...