Ma vi ricordate Manuel Agnelli prima che perdesse la verginità a XFactor? Ne è passata di acqua sotto i ponti, ma il novello Ulisse, come suggerisce l'ultimo singolo Proci, sembra davvero tornato a casa, e non guarda più in faccia a nessuno. Dio sia lodato. Quindi al lancio del nuovo album, il primo da solista, da domani fuori in tutti i luoghi e tutti i laghi (Ama il prossimo tuo come te stesso), si appresta a ripulirsi la coscienza. A cominciare proprio dai Måneskin, band di cui è anche papà televisivo, per via del loro passaggio nel talent Sky. Un bancone che ha segnato Agnelli, eccome se lo ha segnato. Come successo ad altri eccellenti, del resto, decimati un po' tutti, da Morgan a Elio e via facendo, e quest'anno toccherà anche a Dargen D'Amico, ma non vogliamo saperlo, grazie. D'altronde è questo il carissimo prezzo da pagare per riempire i portafogli dell'alternative, e diventare nazionalpopolare, ma andiamo avanti, e torniamo a chi sulla carta è ancora il leader degli Afterhours.
Allora il nostro, nel disquisire del prossimo lavoro con la stampa, ha scoccato anche qualche frecciatina ai suoi pupilli. Frecciatina che ci ha fatto subito scattare sugli attenti, visto che in passato li aveva sempre riempiti di onore e gloria, nei secoli dei secoli. A cominciare dall'indimenticabile uscita volta a paragonare il quartetto romano ai nuovi Beatles, un azzardo eccessivo anche per un core di papà. Ma non solo, il guru del rock di lodi ne aveva aggiunte a iosa e in ogni contesto immaginabile, accompagnandoli dal secondo posto nel talent dietro Lorenzo (Chi l'ha visto) Licitra alla cavalcata internazionale passata per Sanremo, e attribuendosi finanche il merito, e in più occasioni, di averli salvati dal cattivissimo pop (in cui in realtà si bagnano piedi e mani).
Ma carta canta, la sua percezione sembra essere cambiata. Quindi in una fresca dichiarazione fa intendere tra le righe quanto MOW (unico e solo in una landa desolata di soli applausi), scrive da mesi. Ma andiamo al dunque del passaggio. “Preoccupa pure il sospetto che ci possa essere un «progetto» attorno ai Måneskin, di cui è stato coach a X Factor. Lo spiega commentando le dichiarazioni post-elettorali di Damiano («Oggi è un giorno triste per il mio Paese»): Loro funzionano per motivazioni magiche e non per dei progetti fatti bene. Capisco che dei ragazzi così giovani vengano tirati per la giacchetta e magari non se ne rendono conto, ma avrebbero bisogno di qualcuno attorno che si prenda delle responsabilità».
A chi si riferisce l'ex mentore della band? È tutto scritto, nero su bianco. Le responsabilità decantate sono attribuibili chiaramente al loro manager, Fabrizio Ferraguzzo, colui che post Eurovision ha preso il post dell'ex Marta Donà, e che ha sì spalancato loro le porte del mondo ma ha anche messo insieme una serie di scelte discutibili. Quantomeno dal punto di vista musicale, visto che gli ultimi singoli non hanno lasciato granché di buono, e anche il nuovo (di cui poi parleremo) non promette faville, almeno sulla carta. Ma come ben spiega lo stesso Agnelli, “una rock band non è un'industria, quindi non deve mettere in piedi progetti tanto per”. Eppure l'intendo dell'entourage dei Måneskin è da tempo lampante, ossia vivere all'estero il più a lungo possibile, anche senza un progetto musicale solido alle spalle, e continuare a strizzare l'occhio agli amici americani. Ma si può campare di rendita in eterno?
Intanto il consistente lavoro di packaging è diventato più attraente del contenuto, e il brand è sì ben comunicato ma non per esclusivi fini musicali. Alla fine sui quattro nessuno ha rischiato davvero, e col pesante endorsement alla volta di Giorgia Soleri (fidanzata di Damiano), per via dell’agenzia d'influencer, Stardust, che fa sempre capo al manager dei Måneskin, il quadro è fatto e completo. Quindi Agnelli non sembra riconoscerli, e quasi li mette in guardia da un rischio che è già dietro l'angolo, ossia perdere la loro identità. Eppure fonti vicinissime alla band fanno sapere che all'incirca un anno fa c'era nell'aria un progetto, poi mai realizzato, che tirava dentro proprio la voce degli Afterhours. Quando si è spezzato l’idillio col loro management?