Non sai come sbloccare una situazione in stallo, un tentativo di vendita arenatosi in un vicolo cieco, o hai da rilanciare un partito? Segui il corso di barzellette d’autore, firmate niente meno che Silvio Berlusconi, dal 4 luglio in comodo podcast sul quotidiano Libero. Nulla più della potenza simpatetica di una barzelletta può sciogliere l’interlocutore aka cliente. Lo ricorda il direttore Alessandro Sallusti presentando l’iniziativa, raccontando come nacque la passione per le storielle comiche in colui che sarebbe diventato il più famoso barzellettiere d’Italia partendo da semplice venditore immobiliare: le trattative potevano finire in “un binario morto”, con il rischio di “schiantarti”, e a quel punto serviva “un espediente” da cui “ricominciare da capo”. E “cosa c’è di meglio di una barzelletta che distragga la controparte”? Così meglio imparare a memoria due o tre gag “da piazzare all’occorrenza”, anziché “le piantine delle case”. “Ti assicuro che la cosa funzionava”, confidava quella volta il Cavaliere a Sallusti, che addirittura ne raccomanda “la tecnica” ai laureandi della Bocconi.
Ogni lunedì di luglio usciranno tre scampoli in viva voce dello sterminato repertorio del presidente degli azzurri. Il cui consenso è dato dai sondaggi in crescita, al 10%, e naturalmente lui si è ripromesso di raddoppiarlo (“Torno in campo, tra otto mesi Forza Italia sopra il 20 per cento”). D’estate distrarsi d’obbligo, e il telefonino si dà come una specie di salva-vita per riempire i dolci tempi morti. “Un sorriso non toglierà certo la crisi di torno, ma aiuta a tirarsi su”, scrive il direttore di Libero. Specializzarsi nell’ars ridendi di marca berlusconiana farà scoprire i segreti dell’intrattenitore a portata di tutti. Il più importante è il contesto, che purtroppo in pochi minuti di ascolto qui si perde: ogni barzelletta di Berlusconi è accortamente calata nel momento in cui la recita. Gli viene chiesto cosa ne pensa dei democristiani? Lui ne racconta una sulla noia a Roma sotto l’impero di Nerone. Sta parlando di se stesso in una convention del partito? Ne racconta una in terza persona su Berlusconi in paradiso, imitando la propria voce in alternanza con quella dell’altro personaggio. Si trova a Napoli? Scatta quella sui napoletani. Nota di essere inopinatamente circondato da soli maschi? Barzelletta regolare sullo sciupafemmine che cerca di portarsi a letto la fanciulla più desiderata. Un professionista.
“Lunga vita al commendator Bestetti e al suo cantore”, chiosa Sallusti riferendosi alla figura idealtipica del cumenda milanese che a forza di bazzicare locali notturni con assortite donnine si fa beccare in castagna dalla moglie. “La sai l’ultima di Berlusconi” apre con una cinquina di… Berlusconi che cade dal grattacielo, di Nicolino e suo zio, poi sempre di Berlusconi, questa volta in aereo assieme a Obama, Putin (sic) e il Papa, quarta una su tre vampiri, e infine ancora e sempre Berlusconi, in questo caso a fare shopping con l’ex moglie Veronica. Come si evince, l’autocitazione è onnipresente. È l’autoironia alla Silvio, al confronto del quale il cumenda per antonomasia, il Camillo Zampetti (“whisky, sole, e sei in pole position”) interpretato da un indimenticabile Guido Nicheli, era una blanda parodia.