Il petrolio in Europa sta per finire? Forse ci stiamo avvicinando alla fine della corsa. Durante il G7 in Germania, le telecamere della Reuters TV hanno catturato uno scambio molto importante tra Emmanuel Macron e Joe Biden. Il presidente francese stava infatti riportando all’altro una confidenza fattagli dal sovrano degli Emirati Arabi Uniti, ovvero che sono vicini a pompare la quantità di petrolio massima possibile, e che i sauditi possono aumentare di 150.000 barili al giorno o forse un po' di più, ma che non hanno grandi capacità prima di sei mesi. Dopo che questo stralcio di conversazione è stato reso pubblico, Suhail Al Mazrouei, il ministro dell’energia degli Emirati Arabi, ha cercato subito di smorzare la tensione, e in un post su Twitter ha scritto che Abu Dhabi al momento sta producendo in prossimità del limite stabilito dall’accordo con l’OPEC+, valido fino alla fine dell’anno, di 3.168 milioni di barili al giorno.
Quest’anno il costo del petrolio è aumentato di circa il 60%, poiché gli impianti di raffinazione non riescono a tenere il passo con la ripresa della domanda di carburante avvenuta post-pandemia. Neanche dal fronte americano sembrano esserci notizie positive. Biden, in procinto di intraprendere un viaggio in Palestina, Arabia Saudita e Israele, ha reso noto che non chiederà un aumento della produzione del petrolio. L’occidente dal canto suo sta tentando di ridurre le importazioni russe, al fine di punire Mosca per l’invasione dell’Ucraina. Prima dello scoppio della guerra la Russia forniva all’Europa fino a 2 milioni di barili al giorno di greggio.