Attacco frontale del primo ministro britannico, Boris Johnson, che nel corso del suo intervento alla conferenza del partito conservatore, a Blackpool, ha paragonato Putin a uno "spacciatore da strada", che con il petrolio e il gas della Russia "crea dipendenza".
In definitiva, il primo ministro inglese sostiene che la guerra in Ucraina abbia "lo scopo di causare danni economici all'Occidente e di procurare a Putin benefici", dimostrando di avere proprio le idee chiare sulle mosse del Presidente russo. "Ora vuole indebolire la volontà collettiva nel resistere, spingendo in alto il costo della vita, colpendoci alla pompa di benzina e alla nostra bolletta del carburante".
Di fatto, la posizione di Londra concede ben pochi sconti alla Russia, su tutti i versanti. Non a caso, Boris ritiene impossibile ricostruire le relazioni con Putin. "So che ci sono alcuni che dicono che sarebbe meglio se trovassimo un accomodamento con la tirannia. Credo abbiano profondamente torto. Cercare di normalizzare i rapporti con Putin, come abbiamo fatto dopo il 2014, significherebbe commettere esattamente lo stesso errore".
Il primo ministro inglese respinge altresì la tesi secondo cui l'invasione della Russia sia legata al timore che l'Ucraina aderisse alla Nato. "Putin era spaventato dall'Ucraina, perché hanno una stampa libera e libere elezioni". Quindi temeva il modello ucraino replicato paro paro nella madrepatria.
Nello stesso momento Johnson porge quotidianamente la sua spalla a Zelensky (il presidente ucraino), offrendo il sostegno di Londra alla posizione ucraina nei negoziati, su cui al momento prevale però lo scetticismo più totale.