Domenica 24 aprile i francesi hanno votato il nuovo presidente della Repubblica. Hanno scelto l'usato sicuro e concesso un ulteriore mandato a Emmanuel Macron, votando contro la sfidante, Marine Le Pen, come è evidenzato dai dati del ballottagio conclusivo. Molti milioni di cugini d'Oltralpe non hanno però votato o hanno scelto scheda bianca. Ma in linea generale i francesi hanno optato come spesso ha suggerito il sommo Indro Montanelli agli italiani: turandosi il naso, scegliendo il meno peggio. La vittoria del 44enne tecnocrate europeista è quindi un impedimento alla destra francese, che almeno nell'ultimo mese non ha certo brillato per comunicazione politica, cercando di imitare la strategia del Presidente in cerca di riconferme.
Nello scontro in diretta Tv precedente al voto, con milioni di occhi puntati addosso, la Le Pen si è arrampicata sugli specchi (russi) dei finanziamenti oligarchici, mentre Macron pareva più sicuro delle proprie affermazioni. La candidata di destra ha anche mostrato un colpevolizzante tweet su carta stampata, che ha avuto un effetto "boomerang del boomer" sugli elettori francesi che dai divani osservavano lo schermo televisivo: l'immagine era attuale come la nonna del Minitel, che era quasi la versione francofona del Televideo. E il 28 marzo, in visita per la campagna elettorale, la sfidante pubblicava su Instagram una fotografia con magra figura dalle Antille: nell'immagine è ritratta la mano "schifata" di mademoiselle Le Pen, che vistosamente si appoggia con un solo dito e solo sulla spallina dell'abito, forse per non toccare l'epidermide, di un'inconsapevole elettrice e concittadina francese di Guadalupe.
L'ambiguo rapporto tra i politici nazionali e la Francia d'Oltreoceano è confermato dalla fama dell'isola che è una noto paradiso caraibico e meta di vacanze, nonché di varie libertà sessuali. La stessa Marine Le Pen aveva aspramente criticato Macron nel 2018: durante l'autunno alcune immagini di una visita ufficiale del Presidente sull'isola, cominciarono a tappezzare la Rete e imbarazzare la Francia. L'amore quasi liquido di Macron per i caraibi francesi e soprattutto per i suoi abitanti: un felicissimo e raggiante Presidente della Repubblica era ritratto mentre si abbracciava ad alcuni sudati ballerini di colore di Guadalupe. E nel triangolo solo maschile il Presidente era in mezzo, tipo crema tra due biscotti. Questa immagine attirò le ire di Le Pen poiché, oltre a strusciare i muscolacci sudati su Macron, un ballerino salutava con un grosso e nero dito medio, ben eretto e condito dal sorriso di un complicissimo President.
Ma non è l'unica immagine inclusiva, che ha provocato reazioni alla pancia della Francia durante lo scorso mandato: un'altra notevole fotografia è comparsa sull'account "poc17" su Instagram, sempre durante il 2018, ma stavolta all'Eliseo e insieme a Brigitte, moglie nonché ex insegnante di Macron ai tempi della scuola. Durante una visita di un corpo di ballo, la coppia presidenziale si era lasciata andare a fotografie ritenute troppo confidenziali e intime dall'opinione pubblica. E anche nel 2019 una fotografia con l'ambigua e grossa bodyguard magrebina Alexander Benalla: la guardia del corpo personale e confidente del Presidente, che ha alimentato scandali e conseguenze politiche a Parigi durante buona parte dello scorso mandato di Emmanuel Macron. Nello scatto fotografico al sole della riviera mediterranea, il Presidente passeggiava in bicicletta insieme a Benalla, indossando una raffinata camicetta rosa per il tempo libero, nonché un paio di comodi mocassini in tinta blau senza calzini. Tutto molto in stile.
Fino ad arrivare all'ultimo scatto in stile kennediano, nel sabato a Marsiglia prima delle votazioni: Monsieur Macron è avezzo alla comunicazione a colpi di immagine e ha concluso la campagna con la serie di scatti "bollenti" del 16 aprile, che hanno mandato in brodo di giuggiole la stampa europea. In un'immagine il Presidente ha la camicia aperta e si vede chiaramente un petto, virile e villoso, che sbuca da sotto la stoffa. Il tutto è condito da ironiche battute di spirito, circa il caldo patito in quel di Marsiglia. Anche se le vampate di calore potrebbero pure cadere sotto competenza della moglie.
Più che la camicia bianca del mitologico J.F. Kennedy, l'immagine di "Manu" appare più somigliante alle tristi maniche arrotolate, simbolo del fare, già vendute in Italia da Matteo Renzi, negli anni in cui "Leopolda" era un nome figo e alla moda. Ma quello scatto sbottonato non sembra il torso virile di Sean Connery: Macron non è il mitologico James Bond, quanto il suo omologo francese: l'agente speciale 117 (OSS 117, in Francese). Si tratta di un reboot comico con le avventure di un agente segreto francese, già protagonista di romanzi e film sul grande schermo negli anni '60 e '70. L'Austin Powers dei francesi, semplificando in extremis. Il protagonista è Jean Dujardin, attore comico 46enne e quasi coetaneo di Macron, che si muove tra spie della guerra fredda e battute sessite: tra un cinepanettone e gli stereotipi da "tombeur de femmes". L'ultimo film della serie è del 2021: "Agente speciale 117 al servizio della Repubblica, Allarme rosso in Africa nera" e l'uscita collima quasi con gli attuali impegni e interessi francofoni nel grande continente nero.
Ma non tutti si ricordano che proprio il torso nudo di Macron, fu protagonista di una clamorosa fotografia del 2017. Si tratta della copertina dedicata dalla rivista "Garçon", magazine della comunità LGBT francese, che aveva pubblicato una coverstory a sostegno del Presidente appena eletto e che riportava la sua dichiarazione: "La comunità LGBT troverà sempre in me un difensore". Nella photoshoppatissima copertina del magazine, la testa di Macron era incollata sopra a un petto depilatissimo e con addominali marmorei in stile statua ellenica di Alessandro Magno. Cinque anni fa ci fu persino una smentita ufficiale dell'Eliseo, non sulla depilazione del petto che infatti non sembre essere tra gli obiettivi del mandato 2022-2027 di Macron, quanto sui gusti sessuali del Presidente della Repubblica, che furono non a caso oggetto di ulteriori e molteplici casi sui media, fino all'ultima e villosa fotografia, quasi in cerca di mascolina conferma, durante le elezioni presidenziali di Francia del 2022. Nella comunicazione politica è sempre meglio avere gli occhi aperti e cercare bene il pelo nell'uomo.