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Bitcoin crolla, partono i licenziamenti: il party delle criptovalute è finito? “Rischiamo una nuova Lehman Brothers”, per l’economista Benetazzo

  • di Redazione MOW Redazione MOW

19 giugno 2022

Bitcoin crolla, partono i licenziamenti: il party delle criptovalute è finito? “Rischiamo una nuova Lehman Brothers”, per l’economista Benetazzo
Il Bitcoin ha perso il 74% del suo valore dai massimi di novembre e grandi aziende del settore hanno annunciato tagli di posti di lavoro. La faccenda si fa dolorosa per molti investitori. Il grido di battaglia dei sostenitori di Bitcoin per respingere gli scettici era “Divertiti a rimanere povero”. E invece… Per l’economista Eugenio Benetazzo, che abbiamo sentito, ci sono similitudini con quanto scatenato nel 2008 dal caso Lehman Brothers. E anche i giovani che si sono avventurati in questo settore reso affascinante anche dalle sponsorizzazioni sportive ora rischiano

di Redazione MOW Redazione MOW

Il prezzo del Bitcoin è sceso sotto i 20 mila dollari, con la tendenza profondamente al ribasso delle criptovalute che si è confermata dopo le crescenti preoccupazioni sull’inflazione: il Bitcoin ha perso il 74% del suo valore dai massimi di novembre. Contestualmente, grandi nomi del settore degli scambi di criptovalute, tra cui Coinbase Global, la principale azienda statunitense, hanno annunciato tagli di posti di lavoro.

bitcoin

“Non c'è un significato specifico per il livello di 20.000 dollari – riferisce il Wall Street Journal – ma il prezzo è sceso al di sotto di 19.783 dollari, un precedente punto di picco raggiunto nel 2017, secondo Coinbase. I rialzisti del bitcoin hanno sostenuto a lungo che la criptovaluta fosse entrata negli ultimi anni in una nuova fase di sviluppo e accettazione e che non sarebbe scesa al di sotto del livello del 2017”. E invece… La faccenda si fa dolorosa per molti investitori. E sembrano già lontani i tempi dello spot del Superbowl di Crypto.com con Lebron James: “La scorsa settimana – riporta il Wsj – Crypto.com ha licenziato il 5% della sua forza lavoro, con l’amministratore delegato ha dichiarato che la società stava prendendo «decisioni difficili e necessarie». L'industria delle criptovalute è stata costruita in parte su spavalderia, entusiasmo e ottimismo. Il grido di battaglia dei sostenitori di Bitcoin per respingere gli scettici era: «Divertiti a rimanere povero»” […] Il mondo delle criptovalute non è estraneo ad alti e bassi, che molti nel settore chiamano «inverni». Ma molti investitori e lavoratori avvertono questo crollo delle criptovalute in modo più acuto rispetto ai precedenti. Quando la polvere si sarà depositata, alcuni prodotti e aziende crypto potrebbero non esistere più”. Il party delle criptovalute, dunque, potrebbe essere finito.

Al riguardo, tramite BlackList x MOW con Domenico Arruzzolo, abbiamo sentito l’economista Eugenio Benetazzo.

Eugenio Benetazzo
Eugenio Benetazzo

I Bitcoin sono collegati o non collegati alla guerra?
La guerra non c’entra, per ora. Non ci sono collegamenti. Ma da circa il novembre dello scorso anno si era rilevata una correlazione hightech azionario e i principali altcoin a elevata capitalizzazione (Bitcoin, Ethereum, eccetera). Quello che ha cambiato drasticamente il mood di mercato e il clima intorno è un evento di crash finanziario che può essere paragonato similmente a quanto accaduto, nel 2008, alla Lehman Brothers per i mercati tradizionali.

Che cosa significa?
Si tratta di un protocollo di liquidità molto conosciuto fra i retail investor, che si chiama Anchor protocol. È un protocollo alla blockchain di Terra Luna ed è stato oggetto di liquidazione e richieste di smobilizzo di depositi, si ritiene a fronte anche di aggressioni speculative da parte di fondi stranieri che hanno spinto centinaia di migliaia di piccoli investitori a ritirare velocemente i propri depositi. Cioè ha causato un effetto domino a catena per l’architettura che caratterizza quella specifica blockchain. Ciò ha creato tantissima preoccupazione. Ora il bitcoin prezza molto inferiormente al suo costo di produzione, cioè 30.200 dollari.

Con quali conseguenze?
Questo è uno scenario di mercato che può far presagire a una ulteriore capitolazione proprio legata a una necessità di chi produce i Bitcoin, cioè di uscire dal mercato in una condizione di insostenibilità finanziaria.

Oggi molti giovani fanno trading online e comprano criptomonete. Non c’è nessuno che controlla chi gestisce certi corsi di formazione? Ci sono tanti guru nel web…
Quella è la conseguenza di una mancanza di educazione e di comprensione dei rischi del mercato. Bisognerebbe intervenire per impedire agli intermediari finanziari di offrire determinati servizi di investimento a chi non abbia un livello di patrimonialità di un certo spessore. È un po’ simile a quello che accade, ad esempio, per gli strumenti derivati sui mercati finanziari. Non sono alla portata di tutti e bisogna avere competenze e delle finanze per starci dentro.

Si spieghi…
Faccio un esempio. C’è una corsa all’oro in questo momento: ci sono persone che si rimboccano le maniche e vanno a cercare la pepita con il piccone. Tutto intorno ci sono quelli che, per dire, vendono la piantina della miniera, offrono ospitalità a i cercatori d’oro, quelli che invitano i guru per spiegarti dove sono le vene aurifere. In sintesi: voglio diventare ricco senza far fatica e senza capire niente, come se fosse una sorta di gratta e vinci. È un tutto e subito.

E invece…

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