“Salve, ha due minuti per parlare di trading online?”. Un tempo erano le compagnie telefoniche ad avere il monopolio sulle chiamate indesiderate quotidiane, oggi telefonano da Tirana, da Curno, da San Benedetto del Tronto tutti con un unico obiettivo: farti i fare i big money grazie a scaltri investimenti in crypto (o giù di lì). Fin qui, relativamente tutto ok. È sufficiente bloccare alcuni numeri ricorrenti per levarsi d’impaccio. Il problema, però, è che molti maschi adulti eterosessuali, si sono illusi che sfoggiare lo stesso lessico di un codice fiscale e proporre investimenti volatili ma “fungibilissimi” sia una buona strategia per avere una vita sociale, per non dire sentimentale. Per non dire, una vita. Novelli Elon Musk denoartri, alzate per un secondo gli occhi da Telegram con buona pace delle oscillazioni della vostra beneamata W: non esiste al mondo nulla di più scacciafiga della blockchain. Chi ama la FOMO, metta una riga. Ma che sia una riga consapevole: oltre ai rischi di perdere trilionate di paperdollari digitali, nel mondo reale c’è chi è disposto a fingersi ospedalizzato pur di evitarvi. In Ethereum.
Quello che sembrava il chiodo fisso di alcuni visionari presso se stessi, con la pandemia si è diffuso viralmente a macchia di leopardo e, qui Milano, è quasi diventato impossibile potersi godere un aperitivo in santa pace senza farsi flagellare i timpani da una raffica di “shortare” dal tavolino a fianco. Manco fossero Dempsey e Borghi ne I Diavoli, questi individui hanno tutti un’aria boriosamente importante e severa, mentre discettano del loro ultimo 2x in DeFi. E di quanto sia inarrivabile il genio di Elon Musk. Del resto, oramai se Elon Musk dovesse twittare l’emoji di una melanzana, questi correrebbero subito a controllare le ripercussioni che tale melanzana digitale starà già avendo sui loro ricchissimi (?) wallet. Wallet che vi consentono di acquistare Lamborghini digitali in Corea, opere d’arte uniche (i famigerati NFT, “Not fungible token”, qualunque cosa voglia dire) che non potrete mai avere in casa perché “non è così che funziona” ed essere fieramente considerati gli scemi del villaggio. Del villaggio reale. Lo abbiamo anche qui il Monopoli, davvero.
Per carità, ci vuole rispetto. Ma ce ne vorrebbe pure verso chi, pazientemente, vi ascolta. La piaga sociale del bitcoito interrotto è talmente invalsa in tutto il mondo che, oltre a vedere l’apertura dei primi rehab per crypto-dipendenti, su Instagram dilagano pagine che sbertucciano, finalmente, il mindset di questi curiosi individui che si considerano genietti visionari, nonostante non siano più in grado di sostenere una conversazione senza tirare in ballo un DOT. Roba che si stava meglio a San Patrignano negli anni Ottanta. C’era gente meno in fissa.
Ecco dunque, dicevamo, nascere su Instagram pagine che sbertucciano gli Elon Musk di domani, tutti imprenditoria volatile e pompose arie da Briatore dei poverissimi (ma con enormi paper-prospettive per il futuro). Vi consigliamo, in particolare, successful.mindset.enterprise, la versione italiana della statunitense Entrapanure che conta già oltre 100mila seguaci.
Davvero, ragazzi: non importa nulla a nessuno di quanto diventerete ricchi domani mentre oggi non avete il tempo di guardare in faccia chi vi sta parlando perché i vostri amichetti di Telegram, o con ogni probabilità dei Bot, vi stanno coinvolgendo in straordinarie gesta imprenditoriali di cui alcuna anima viva, al di fuori della vostra bolla, potrà mai comprendere una cicca masticata. Fate il favore, se non altro a voi stessi, di vivere le vostre incomprensibili passioni senza mortificare il tempo libero altrui a suon di codici e variabili. Ma lo capiamo: di questi tempi chi ha tempo libero è un fallito nullafacente che non sta surfando l’onda della ricchezza digitale, chi non cripta non rosica e via wallettando. Arriverà sicuramente il giorno in cui farete invidia al mondo. Nell’attesa, oggi è il mondo che vi mema. Che dite? Sarà ora di “shortare”?