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BOLLETTE DI FUOCO: ma perché in Italia paghiamo l’elettricità cinque volte più della Svezia (e più di Francia, Germania e Spagna)? Persino in Ucraina, dove c’è una guerra, costa meno. La spiegazione: dalla dipendenza dal mercato estero alla tassazione e…

  • di Beniamino Carini Beniamino Carini

21 agosto 2025

BOLLETTE DI FUOCO: ma perché in Italia paghiamo l’elettricità cinque volte più della Svezia (e più di Francia, Germania e Spagna)? Persino in Ucraina, dove c’è una guerra, costa meno. La spiegazione: dalla dipendenza dal mercato estero alla tassazione e…
Il prezzo dell’energia elettrica in Italia è assurdamente alto: è cinque volte quello della Svezia e maggiore che in Francia, Germania, Austria e Spagna. Persino in Ucraina, dove c’è una guerra da tre anni, l’elettricità costa meno. Ma sapete perché? Qui vi spieghiamo tutto

di Beniamino Carini Beniamino Carini

Nel luglio 2025, il prezzo medio dell’energia elettrica in Italia ha raggiunto 113,3 €/MWh, uno dei più alti in Europa, secondo i dati di Ember e del Market Operator. Per capire meglio questa cifra, è utile confrontarla con altri Paesi europei nello stesso periodo: Svezia 29,3 €/MWh, Spagna 73,9 €/MWh, Francia 79,4 €/MWh, Germania 90,0 €/MWh, Austria 91,6 €/MWh, Repubblica Ceca 93,2 €/MWh, Slovacchia 99,8 €/MWh, Polonia 103,4 €/MWh, Ungheria 103,7 €/MWh, Romania 104,8 €/MWh, Ucraina 107,4 €/MWh. Da questo confronto emerge chiaramente che l’Italia paga circa quattro volte di più rispetto alla Svezia e un margine considerevole rispetto anche a Paesi economicamente avanzati come Francia o Germania.

Una delle principali ragioni del prezzo elevato è il mix energetico italiano. Circa il 50-60% dell’elettricità consumata in Italia proviene da fonti domestiche, mentre il resto è importato. L’Italia dipende in particolare dal gas naturale, i cui prezzi sono molto volatili sul mercato internazionale. Paesi come la Svezia producono la maggior parte della loro energia da nucleare e idroelettrico, fonti a basso costo e stabili, e pagano molto meno per l’energia. Anche Francia e Spagna beneficiano di un mix più economico, grazie a nucleare nel caso della Francia e a rinnovabili in quello della Spagna.

L’Italia utilizza un mercato elettrico marginalista, in cui il prezzo finale è determinato dal costo dell’ultimo produttore necessario a soddisfare la domanda, spesso centrali a gas. Questo significa che, anche se gran parte dell’energia proviene da fonti meno costose, il prezzo finale risente fortemente delle fluttuazioni del gas. In Svezia, invece, l’energia idroelettrica e nucleare domina il mercato, mantenendo i prezzi stabili e bassi.

Il post di World of Statistics con i dati di Ember
Il post di World of Statistics con i dati di Ember

Un’altra componente significativa del prezzo è rappresentata da tasse, accise e oneri di sistema, che in Italia incidono per circa il 40-50% del prezzo finale. Questi fondi servono a finanziare incentivazioni alle rinnovabili, gestione delle reti elettriche, sussidi e altre politiche energetiche. Altri Paesi europei applicano oneri simili, ma in Italia sono storicamente più elevati, contribuendo al prezzo finale alto. La manutenzione e la gestione della rete elettrica italiana comportano costi elevati, in parte dovuti a dispersioni e inefficienze. Questo incide sul prezzo finale, mentre paesi con reti più efficienti riescono a ridurre questi oneri. Eventi internazionali, come crisi del gas o tensioni geopolitiche, colpiscono direttamente i prezzi italiani, più esposti rispetto a Paesi autosufficienti come Svezia o Francia.

Il prezzo elevato dell’elettricità in Italia non è dovuto a un singolo fattore, ma a una combinazione di dipendenza dal gas, mercato marginalista, tasse e oneri elevati, mix energetico costoso e costi infrastrutturali. Confrontando i dati europei, appare evidente che Paesi come Svezia, Francia e Spagna riescono a mantenere i prezzi più bassi grazie a un mix energetico più economico e stabile e a una minore esposizione alle fluttuazioni del mercato globale. In sostanza, in Italia l’elettricità è costosa perché paghiamo più caro l’energia più cara, anche quando consumiamo energia prodotta a costi più bassi.

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