Una forte esplosione ha scosso la mattina del 4 luglio il quartiere Prenestino-Centocelle a Roma, precisamente in via dei Gordiani, dove un distributore di benzina dotato anche di un deposito di Gpl è andato completamente distrutto. L’onda d’urto, avvertita in molti quartieri della Capitale poco dopo le 8, ha causato almeno 45 feriti, di cui 2 gravi, 11 tra Polizia, Carabinieri e Vigili del fuoco. Due persone versano in gravi condizioni, ricoverate al Policlinico Casilino. Secondo le prime ricostruzioni, la deflagrazione sarebbe stata innescata da una fuoriuscita di gas Gpl durante le operazioni di travaso da un serbatoio a un’autocisterna. Si ipotizza che l'incidente sia stato provocato da un urto della cisterna contro un tubo conduttore. Quel che è certo è che già prima dell’esplosione l’area era stata parzialmente evacuata a causa della segnalazione di una perdita, con i soccorritori già al lavoro per mettere in sicurezza la zona. A rendere ancora più drammatica la situazione, diverse esplosioni secondarie hanno interessato l’area del distributore, provocando incendi a mezzi parcheggiati, tra cui anche alcune ambulanze del 118. Nelle immediate vicinanze si trovava anche un deposito di bombole di ossigeno e un centro estivo per bambini: entrambi sono stati evacuati, insieme a una cinquantina di persone residenti nelle case circostanti.

Il comandante dei Carabinieri di Roma Casilina, Andrea Quattrocchi, ha confermato che sono in corso accertamenti per capire se le fiamme abbiano coinvolto anche le bombole di ossigeno. Sul posto sono intervenuti anche gli artificieri per escludere il rischio di ulteriori esplosioni. Il questore di Roma, Roberto Massucci, ha parlato di un incendio serio legato con tutta probabilità a un incidente nella fase di scarico del Gpl, sottolineando come diversi agenti di polizia e soccorritori siano rimasti feriti mentre cercavano di mettere in salvo l’area. “Fortunatamente al momento nessuno è in pericolo di vita”. Ma resta una domanda di fondo: com’è possibile che un’operazione tanto delicata, come il travaso di Gpl, si sia trasformata in una bomba urbana? Il fatto che il pericolo fosse già stato segnalato ai vigili del fuoco e che l’evacuazione fosse in corso fa pensare a una gestione della sicurezza non pienamente efficace. La dinamica impone una riflessione seria sulle procedure previste per operazioni di questo tipo, specialmente in aree urbane densamente popolate. Oltre ai dati ufficiali, i racconti dei residenti restituiscono tutta la tensione vissuta: “sembrava un attentato”, racconta una donna fuggita in ciabatte. C’è chi ha visto “pezzi di legno volare in casa”, chi è rimasto ferito dai vetri esplosi delle finestre. Alcuni parlano di persone in strada coperte di tagli, visibilmente scosse. L’inchiesta è ancora in corso, ma l’impressione è che questa tragedia sfiorata poteva essere evitata. E se si parla tanto di sicurezza sul lavoro, episodi come questo mostrano quanto ci sia ancora da fare per evitare che l’imprevisto si trasformi in disastro annunciato.