Le piattaforme social cambiano ogni giorno: aggiungono, tolgono, modificano, da gratuite diventano (o potrebbero diventare) a pagamento attraverso la spunta blu. Non è un periodo di pace, quindi, neanche nel mondo digitale. Anzi, sembra in corso una vera e propria guerra tecnologica che vede contrapposti due grandi blocchi, Stati Uniti e Cina, attraverso Tik Tok, l’app cinese che in tutto questo subbuglio è l’unica a godere di ottima salute, che continua a crescere e a coinvolgere un pubblico di giovanissimi che vengono fidelizzati anche per il prossimo futuro. E così, a causa o con la scusa dello spionaggio, America, Canada e ora anche Eropa hanno vietato l’applicazione su tutti i dispositivi delle pubbliche amministrazioni e dei relativi dipendenti. Difficile capire che cosa ci riserveranno i prossimi giorni, altro che mesi, per cui, cercando di raccapezzarci in tanta confusione, abbiamo chiesto a chi, di mestiere, mette ordine. Prima di tutto fra le parole. Si tratta di Paolo Borzacchiello, uno dei massimi esperti di intelligenza linguistica applicata al business, che da molti anni si occupa di studio e divulgazione di tutto ciò che riguarda la comunicazione e il linguaggio. A lui ci siamo affidati per comprendere il momento che stanno vivendo i social (“molto triste”), se la novità della spunta blu a pagamento su Instagram e Facebook – copiata da Twitter – avrà effetti reali o meno ( “chi ha la spunta blu perché ha dieci euro al mese da buttare resterà l’anonimo sfigato di prima”) e se davvero, reduci dalle Primarie del Pd e dalle elezioni in Lombardia – come mette in guardia una inchiesta internazionale – davvero i social possono influenzare il voto alle urne. Con una postilla finale dedicata alla neo segretaria del Pd, Elly Schlein, alla quale segnala un errore di comunicazione: “Sta facendo quel che faceva Letta: copia Giorgia Meloni, parla di Giorgia Meloni, usa gli slogan di Giorgia Meloni, come prima dichiarazione dice che sarà un problema per Giorgia Meloni...”.
I social sono in subbuglio, le modifiche e le novità si rincorrono una dopo l’altra di giorno in giorno. Per partire da una panoramica, qual è lo stato di salute delle piattaforme più famose?
Uno stato molto triste, fatto di continui cambiamenti che hanno il sapore di strade che non si sa bene dove porteranno e di Tizio che copia Caio, che copia Sempronio: in particolare Instagram, che cambia pelle ogni due minuti e che un giorno copia Tik Tok, un altro giorno si ispira a Twitter e così via. E poi c’è la deriva dei contenuti: non porterà a nulla di buono.
Prima Elon Musk con Twitter è stato preso in giro, ora invece viene copiato per la spunta blu a pagamento da Mark Zuckerberg su Facebook e Instagram. È una soluzione intelligente o una misura per tamponare una emorragia?
Si chiama “fare soldi con la vanità e l’egocentrismo degli esseri umani”. La spunta blu è molto ambita, in questo momento. Nel momento in cui diventerà a pagamento, una valanga di persone ossessionate da quel piccolo simbolo faranno il loro abbonamento e Meta realizzerà profitti spaventosi, perché vanità ed ego smodato sono da sempre fra le leve d’acquisto più potenti che ci siano.
Quindi tutto in linea con i tempi che corrono…
Il problema che gli acquirenti di spunte blu non considerano è che ora avere una spunta blu è comunque un segno distintivo, qualcosa che, in qualche modo, qualcuno si è meritato. Dopo, quando tutti potranno averla semplicemente pagando, diventerà un orpello come tanti altri, privi di significato. Clienti e follower smetteranno di farci caso, visto che ce l’avranno tutti. E forse è un bene per chi, seriamente e con duro lavoro, ogni giorno lavora per costruire contenuti di valore. Insomma, chi è bravo ora sarà bravo anche dopo. Chi ha la spunta blu perché ha dieci euro al mese da buttare resterà l’anonimo sfigato con dieci euro da buttare.
Nel frattempo, fra i vari litiganti, sembrava godere TikTok ma poi gli Stati Uniti e il Canada prima e l’Europa poi hanno deciso la rimozione dell’app cinese dai dispositivi pubblici e vietato che la usino anche i loro dipendenti. C’è un vero rischio spionaggio o è una mossa disperata di fermare l’avanzata del Dragone anche a livello tecnologico?
Di cuore, non ne ho idea. Dico solo che invece di preoccuparci dello spionaggio, dovremmo preoccuparci degli effetti psicologici che tutti quei contenuti mai controllati hanno sulla psiche umana. Faremo i conti con i danni mentali provocati da Tik Tok fra una decina d’anni. E saranno conti salati.
Siamo reduci dalle Primarie del Pd e nel contempo è emerso che da un reportage di un pool di giornalisti d’inchiesta di tutto il mondo un team si vantava di aver influenzato le elezioni e il dibattito pubblico in oltre venti nazioni. Ma che impatto ha realmente la propaganda online?
Dipende. Se parliamo di social media e di influencers, praticamente zero e lo abbiamo visto, sia dopo le elezioni nazionali sia dopo le recenti regionali sia persino dopo le primarie del Pd. Praticamente quasi tutti fra influencers e personaggi dello spettacolo hanno fatto propaganda e appelli per far vincere il centro sinistra… con un risultato che peggio di così non si poteva ottenere. Il Pd non ha perso, si è praticamente estinto. Diverso discorso per quanto riguarda i media, che possono certamente influenzare la percezione del reale. Ma continuo a fidarmi delle persone, che in effetti sono forse da questo punto di vista meno manipolabili di quanto qualcuno pensi.
Visto che l’altra volta su Mow hai dichiarato che nella comunicazione Giorgia Meloni meritava un 10, non posso fare a meno di chiederti che voto merita finora Elly Schlein e quali consigli le daresti per essere ancora più efficace.
Voto 5, ma sulla fiducia. Sta facendo quel che faceva Letta: copia Giorgia Meloni, parla di Giorgia Meloni, usa gli slogan di Giorgia Meloni, come prima dichiarazione dice che sarà un problema per Giorgia Meloni. E poi questa pantomima pazzesca del “viva la democrazia”, “la democrazia è bellissima” e così via: non l’ho sentita, non ho sentito nessuno, in verità, urlare evviva la democrazia quando anche Lazio e Lombardia sono andate al centro destra, dopo l’ennesima débâcle piddina. Se è “viva la democrazia”, Allora andrebbe detto sempre, altrimenti rinforzi l’idea che ti ha fatto perdere le elezioni, ovvero l’idea di una sinistra che quando vince è democrazia e quando perde son tutti cretini gli altri. E poi quest’altra pantomima del “non ci hanno visti arrivare”: la sua è una vittoria che avrebbe potuto prevedere anche un bambino, è talmente scontata e politicamente corretta che non capisco come si possano fare affermazioni del genere. Comunque, contenti loro contenti tutti. Quindi, 5, ma solo sulla fiducia.