Paolo Borzacchiello, scrittore, imprenditore, consulente. Un guru della comunicazione e della crescita personale che evita le frasi fatte à la Osho. Segni particolari? Idee chiare, pochi giri di parole e competenza. Lo abbiamo intervistato per chiedergli delle dinamiche interne al mondo social, soprattutto a seguito dell’ondata di licenziamenti; e poi delle strategie comunicative della politica nostrana, con una promossa a pieni voti e tanti (troppi) bocciati. Una soluzione all’ignoranza che dilaga in politica, però, ci sarebbe secondo Borzacchiello. E per essere felici? Qualche consiglio dall’autore del recentissimo e vendutissimo Forse sei già felice e non lo sai, pubblicato da Mondadori.
Ondata di licenziamenti per Twitter e Facebook. A cosa è dovuto il fenomeno?
Non ne ho idea, dovrei essere nella testa di Musk o di Mister Facebook. Ci possono essere tre spiegazioni: la prima è che – purtroppo – oggi le macchine svolgono, più rapidamente e a volte meglio, determinati lavori. La seconda (e qui penso a Mark) è che il numero degli utenti sta virando altrove e quindi è necessaria meno forza lavoro (il Metaverso si sta rivelando un buco nell’acqua e sta raccogliendo pochissimi utenti) la terza (e qui penso a Elon) è che si voglia far pulizia prima di assumere persone più in linea con le proprie idee imprenditoriali o personali. Succede in moltissime aziende.
Per Elon Musk il futuro di Twitter è a pagamento. Che ne pensi?
A me piace l’idea. Perché no, del resto: io utilizzo Twitter soprattutto come canale per avere informazioni in diretta e spesso vedo che lo spazio social è occupato da sequele infinite di volgarità, battibecchi, incitazioni all’odio. È un po’ come quando gli sms costavano: stavamo attenti a non sprecare parole, mentre oggi viviamo intere giornate persi in conversazioni virtuali. Forse, a pagamento, ci saranno meno polemizzatori. E poi, vorrei sottolineare che ogni piattaforma e ogni servizio che noi usiamo è a pagamento, anche se il pagamento non si vede: come dice il saggio, quando il servizio è gratis, il prodotto sei tu.
Elon Musk vuole togliere ogni “censura” da Twitter. L’ondata di fact-cheking sta per finire e torneranno a spopolare fake news?
A dirla tutta, le fake news spopolano comunque e sempre e i canali di fact-cheking ci sono, per chi vuole seguirli. Ho sempre trovato inquietante, piuttosto, che sia la piattaforma, Twitter o Facebook o chicchesia, a decretare in modo autocratico chi può parlare e chi no. Io su Twitter ho assistito durante la campagna elettorale a campagne di diffamazione oscene e senza precedenti, con distorsioni dei fatti che rasentavano l’aggressione: penso ad esempio alla querelle infinita fra Rula Jebreal e Giorgia Meloni. Chi controlla chi? E poi, e lo chiedo per puro spirito di ricerca, chi decide che pubblicare un post di Trump va male e pubblicare un post in cui si mostra il fantoccio di Giorgia Meloni appeso a testa in giù va bene? Se si vuole lavorare su evitare incitazioni all’odio, allora che ci sia controllo per tutti. Altrimenti, non funziona. Quindi, ben venga toglier la censura: le persone intelligenti andranno a seguire profili di fact checking, le capre continueranno a belare e berciare esattamente come hanno fatto finora.
Parliamo di comunicazione. In Italia vince il Partito che ha investito di più in comunicazione. Cosa pensi delle strategie di Fratelli d’Italia?
Dico: 10 e lode. Sono stati praticamente perfetti e Giorgia Meloni è cento passi avanti a Enrico Letta. Hanno sempre, come ho più volte scritto, dettato l’agenda ed Enrico Letta ha passato la campagna elettorale a contestare quel che diceva Giorgia Meloni. E poi diciamolo: a sinistra, con questo mito della superiorità morale, dell’essere i migliori e più intelligenti, hanno proprio stufato, tanto che – come evidenzia anche Luca Ricolfi nel suo ultimo saggio – la destra ha conquistato l’elettorato che prima era di sinistra. La sinistra, letta in testa, si è trasformata in una macchina snob, promotrice di un assurdo politicamente corretto che si è trasformato in censura e ambasciatrice di idee che non corrispondono al bisogno della gente. E, si badi bene, la mia non è una analisi dettata da simpatie a destra, perché quando parlo di comunicazione mi limito all’analisi dei dati: la sinistra è sempre in rincorsa, ha sempre questa spocchia pazzesca del “se non voti noi, sei un cretino ignorante” e passa il tempo a decretare cosa si può dire e che cosa no. Insomma, non so nemmeno se le elezioni le abbia vinte Giorgia Meloni o le abbia perse Enrico Letta.
Quindi le strategie del Partito Democratico non hanno funzionato…
Come dicevo, sono state pessime. Il complesso dei migliori e dei superiori non paga più.
Conte non ha praticamente investito nulla, ottenendo comunque un ottimo risultato. Cosa ha funzionato della sua campagna comunicativa?
Poco o nulla, dal mio punto di vista: linguaggio noioso, pesantissimo, pochissimo carisma. Ha funzionato la promessa elettorale: soldi, che è quello che si faceva una volta e che ora si chiama in altro modo. Basta vedere dove ha preso voti e incrociare qualche dato: Conte ha una comunicazione che ammazzerebbe un morto, ma promette soldi in zone d’Italia in cui i soldi servono, tutto qui. Contenuti, zero. Carisma, zero.
Forse sei già felice e non lo sai è il tuo nuovo libro. Come hai capito di essere felice?
Ah, in realtà ho capito che non lo sono e mai potrò esserlo, proprio per definizione. Ho imparato però che il mondo della formazione è per lo più un mondo di fuffa e che già togliendoci dalla mente alcune idee strampalate che ci hanno messo in testa potremmo tutti stare un po’ meglio. Ho imparato anche che, sebbene la felicità non esista, è possibile collezionare un sacco di momenti spettacolari.
Tre cose che non si devono fare per essere felici.
Guardare troppo i telegiornali. Perdersi nel gossip triste e ridicolo a base di Totti e Ilary e chi più ne ha più ne metta. Guardare programmi spazzatura come il Grande Fratello, che sono un’offesa per l’intelligenza umana, un concentrato di volgarità e violenza assurda e la promozione di valori che non hanno poi riscontro con la vita vera: la gente guarda quei programmi, si perde nelle storie di Instagram, crede che la vita sia quel che succede sui social. Non è così.
E tre cose che la politica potrebbe fare per renderci felici?
Ne basterebbe una: istituire una patente di guida dello Stato, con tanto di esame che certifichi il livello di cultura, competenza e intelligenza. Siamo stati e siamo guidati da persone che non sanno coniugare i congiuntivi e che hanno livelli di ignoranza galattici. Come possono fare il nostro bene, se non sanno nemmeno parlare correttamente in italiano?