Nel fine settimana la Germania è stata teatro di centinaia di proteste in decine di città, unite per chiedere a gran voce di bandire l’AfD ovvero l’Alternative für Deutschland, il partito di estrema destra tedesco, guidato da Tino Chrupalla Alice Weidel. Circa 500mila persone (anche se alcune stime parlano perfino di un milione) sono scese in piazza ad Amburgo, Hannover, Francoforte, Kassel, Dortmund, Wuppertal, Karlsruhe, Norimberga e molte altre città, e in alcuni casi l’affluenza è stata tale, che a causa del sovraffollamento è stato necessario interrompere le manifestazioni, per evitare pericoli e scontri. Ma qual è la ragione di queste proteste? I cittadini tedeschi sono scesi sulle strade dopo che il quotidiano Correctiv ha diffuso nelle scorse settimane, la notizia di una riunione dell’AfD, che sarebbe avvenuta a dicembre, e in cui si sarebbe discussa l’idea di avviare un piano per espellere su larga scala migranti e richiedenti asilo dalla Germania, con un focus specifico sulle persone non bianche e non di etnia europea, definite come “non assimilati”. L’operazione è stata denominata “remigrazione” e alcuni, vista la gravità della proposta, hanno parlato di deportazione, che ha ricordato in modo sinistro il passato nazista della Germania negli anni Trenta e Quaranta e la Seconda guerra mondiale. Proprio per queste ragioni, a partire da venerdì, e fino alla giornata di oggi, i tedeschi si sono uniti in massicci cortei, al grido di “Impariamo dalla storia, invece di ripeterla”.
La cosa preoccupante, però, se già non bastasse il piano di “remigrazione”, è che l’AfD, fondato nel 2013, raccoglie un sempre maggior numero di consensi fra la popolazione (si parla di oltre 21%, che aumenta considerevolmente nei länder dell’ex Germania dell’Est), tanto da essere diventato il secondo partito più popolare del Paese. L’AfD, spesso definito (probabilmente a ragione) nazionalista e anti-migranti, è poi anche un partito estremamente euroscettico, tanto che fra le altre iniziative in programma, vi è anche quella di organizzare un referendum per far uscire la Germania dall’Unione Europea, su modello della ben nota Brexit. La proposta è stata infatti denominata Dexit, proprio da Alice Weidel, presidente del partito dal 2022. Ma con questi assurdi presupposti, vien da chiedersi: come potrebbe mai esistere l’Unione Europea, dove la Germania ha sempre avuto un ruolo cruciale, proprio senza di essa? Il timore è che una simile iniziativa, se non frenata in tempo, possa portare a conseguenze impensabili sull’economia europea e mondiale, e a uno totale sconvolgimenti degli equilibri sul piano internazionale, anche visto il peso che un Paese come la Germania, ha sempre ricoperto fino ad oggi.
Le proteste contro l’AfD durante il weekend sono state sostenute da numerosi politici, alcuni vescovi e diversi allenatori e dirigenti della Bundensliga, il campionato di calcio tedesco, cui si è aggiunto anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz che ha commentato: “quando qualcosa in Germania non può più avere posto, allora questa è l'ideologia razzista dei nazional-socialisti. Nient'altro si esprime nei ripugnanti piani di espulsione degli estremisti. Rappresentano un attacco alla nostra democrazia e quindi a tutti noi. Questo è il motivo per cui siamo tutti chiamati a prendere posizione in modo chiaro e netto: per la coesione, per la tolleranza, per la nostra Germania democratica".