Come in Germania, in Romania, in Polonia ed in Spagna, gli agricoltori francesi protestano, e da stamattina anche quelli italiani. Le rivendicazioni sono diverse nei vari Paesi ma una base comune, al di là della rabbia condivisa, esiste: l'aumento delle tasse e il Green Deal europeo. Che sia contro le politiche nazionali, europee, climatiche o economiche, gli agricoltori europei fanno sentire il loro malcontento. In Romania il movimento è iniziato da più di una settimana e mezzo e denuncia l’aumento del prezzo delle assicurazioni per i macchinari, chiedendo un abbassamento delle tasse e delle sovvenzioni più eque, anche se fino ad ora, i colloqui con il governo non sono andati a buon fine. In Germania il movimento é iniziato invece da più tempo e contesta la fine di alcuni sussidi per il gasolio, annunciata dal governo. Inoltre, gli agricoltori lamentano l'eccessiva complessità delle procedure amministrative, per cui una settimana fa a Berlino, migliaia di professionisti si sono radunati per chiedere a gran voce le dimissioni del governo. In Polonia la questione va avanti da novembre, e gli agricoltori bloccano i valichi di frontiera con l'Ucraina, lamentando una "concorrenza sleale". In Spagna, quest’autunno, quando i 27 ministri dell'Agricoltura europei si sono riuniti a Cordoba, gli agricoltori spagnoli hanno denunciato l'aumento dei costi di produzione, la concorrenza sleale delle importazioni da paesi terzi e le insostenibili richieste ambientali della Commissione europea. Infine, nelle ultime ore sono arrivate anche le proteste di alcuni agricoltori italiani. In particolare, questa mattina, lunedì 22 gennaio, centinaia di trattori sono entrati a Bologna, per manifestare contro le politiche dell’Unione europea, responsabili, a loro dire, di vendere prodotti non salubri, come quelli a base di carne sintetica o farina di insetti, a danno proprio dei prodotti italiani.
La situazione più grave, per il momento, si sta però verificando in Francia, dove i primi focolari sono iniziati una settimana fa con gli allevatori che si sono riuniti davanti a diverse sedi di Lactalis nella parte occidentale del Paese, protestando contro il prezzo del latte fissato dal gruppo, ritenuto troppo basso. Da venerdì scorso il traffico sulla A64 tra Tolosa e Bayonne è bloccato dagli allevatori. Mentre tre giorni prima, centinaia di trattori e camion provenienti da diversi dipartimenti della regione Occitania, sono confluiti a Tolosa per sottolineare la crisi degli allevatori della regione. Gli agricoltori francesi denunciano il deterioramento della loro situazione causato da oneri finanziari e standard ambientali ritenuti troppo onerosi, mentre il graduale aumento della tassazione sul gasolio non stradale, ha aumentato a dismisura l'esasperazione, per cui si chiedono "azioni concrete" da parte del governo. Questa mattina, Arnaud Rousseau, Pesidente del primo sindacato agricolo francese (FNSEA) ha annunciato che il movimento degli agricoltori dell’Occitania si estenderà a tutta la Francia: «Posso garantire che da oggi, e per tutta la settimana e per tutto il tempo che sarà necessario, diverse azioni saranno intraprese» ha spiegato Rousseau al microfono di France Inter, sapendo che i sindacati saranno ricevuti questa sera dal nuovo Primo ministro a Matignon. In Francia, l'industria sta anche soffrendo per i rinvii della legge sull'agricoltura, promessa più di un anno fa da Emmanuel Macron e alla fine meno ambiziosa della "legge di orientamento agricolo" inizialmente annunciata. Ieri, il Ministro dell'Agricoltura Marc Fesneau ha annunciato un ulteriore ritardo: il testo che doveva essere presentato al Consiglio dei ministri questo mercoledì sarà presentato solo "tra qualche settimana", con l'obiettivo di essere discusso in Parlamento solo "nella prima metà del 2024". Il disegno di legge mira a proteggere il reddito degli agricoltori e incoraggia le prossime generazioni a considerare l’importante fatto che la popolazione di di quasi 500.000 dirigenti agricoli sta inesorabilmente invecchiando. Dopo i recenti sviluppi, temendo una conflagrazione nazionale simile al movimento dei Gilets Jaunes ed una conflagrazione europea con gli altri Paesi, Gabriel Attal, proverà questa sera a disinnescare in qualche modo, la già avviata crisi.
Ma tornando invece in Italia, oltre alla città di Bologna, protagonista delle proteste di agricoltori e allevatori è diventata anche la città di Pescara, dove sempre nella giornata di oggi, lunedì 22 gennaio, in centinaia si sono schierati con i propri trattori sul lungomare nell’ex Cofa. Partiti da Teramo, i manifestanti si sono uniti per protestare, anche in questo caso, contro le politiche comunitarie che prevedono grossi tagli sui sussidi per il settore. Al loro fianco era presente, fra gli altri, anche il consigliere regionale Fratelli d’Italia Marco Cipolletti. Che sia l'inizio di una nuova fase di rivoluzioni europee nel settore agrario? Staremo a vedere.