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Cani morti, ponti inesistenti, e hijab dell'orrore. La propaganda della Lega e di Salvini per le europee si prende per il cu*o da sola

  • di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

20 aprile 2024

Cani morti, ponti inesistenti, e hijab dell'orrore. La propaganda della Lega e di Salvini per le europee si prende per il cu*o da sola
La Lega scende nei sondaggi ma cresce nel surrealismo della narrazione elettorale. Foto di cani seviziati che fanno incazzare gli animalisti. Crociate antislamiche che finiscono in certi casi per danneggiare donne e bambini islamici. E il grande boh del ponte sullo Stretto che non interessa a nessuno, nemmeno ai calabresi e siciliani

di Ottavio Cappellani Ottavio Cappellani

“Trovato cane impiccato con uno hijab nel ponte sullo stretto. Metti like se sei indignato!”, sarebbe questa la notizia perfetta per la strategia social leghista. Purtroppo però il ponte non c’è. Come ha fatto spesso notare Carlo Canepa di Pagella Politica, soprattutto all’avvicinarsi delle elezioni, la comunicazione leghista e sovranista diventa sempre più di pancia. Non che in tempi normali manchino i post acchiappalike di gattini e cagnolini, ma anche di gattoni e cagnoloni. E’ sempre stato un fiorire di animali-eroi, animali-fedeli, animali-sulla-tomba-del-padrone, gattoni record d’età che vivono sugli alberi, cagnolini che imparano a camminare e via cuoricineggiando. Ma all’avvininarsi delle elezioni l’atmosfera si fa più cupa e, come direbbe la nostra amata Franca Leosini, la tragedia irrompe all’improvviso nei social leghisti. Cani e gatti impiccati, bruciati, lanciati da auto in corsa, cani e gatti presi a calci, a sassate, a bastonate, cani e gatti squartati, spellati vivi, messi nel frullatore… il tutto corredato da foto a volte pixellate a volte no. L’orrido, il macabro, il violento, i social leghisti all’avvicinarsi del voto tendono ad avvicinarsi al grand-guignol. Gli ultimi sondaggi la danno in calo.

La vecchia storia della "battaglia di civiltà" con cui hanno fatto un paio di guerre e oramai sanno tutti che non sono servite a niente

Se posso permettermi di dare non richiesti consigli alla macchina da guerra sociale della Lega io proporrei: mummie assassine, lupi mannari che sbrindellano produttivi imprendori all’interno della propria fabrichetta, vampiri che addentano bariste alla chiusura dell’esercizio perché fanno gli straordinari senza farsi pagare perché il lavoratore deve fare sacrifici, soprattutto all’inizio (ma anche dopo non sarebbe sgradito).
Se proprio non si riesce a risalire io mi butterei proprio su arti mutilati a colpi di machete, bambini esplosi su mine antiuomo, snuff movie o, volendo proprio esagerare, Salvini che mangia la Nutella. Sono, come tantissimi, un animalista, cerco di dare una mano alle associazioni di volontariato che si occupano di cani abbandonati, e una delle regole che vige quasi dappertutto è non pubblicare mai foto del genere: si dà la notizia, si sensibilizza, ma la foto no.

Altra fissazione della comunicazione leghista è l’hijab. Salvini è arrivato addirittura a pubblicare un video in cui lo strillo era: “Iran: la polizia trascina una donna nel retro di un veicolo perché non si copre i capelli con un velo”. Non dico che la notizia sia falsa, ma nel video non si vedono donne senza velo. Ma poi uno si chiede: ma non era sovranista Salvini? Che minchia gliene fotte dei retri dei veicoli altrui? La risposta viene da altri post. Il ragionamento leghista è, più o meno, il seguente: non esistono musulmani buoni, tutti picchiano le donne per far loro portare il velo, se accettiamo la loro cultura picchieranno anche le nostre donne per obbligarle al velo. Che è come dire: gli inglesi guidano a sinistra, impediamo loro di venire in Italia altrimenti poi dovremo tutti guidare a sinistra e avremmo lo sterzo dalla parte sbagliata. Così, tempo fa, venne vietata una festa privata in una piscina perché le donne avrebbero fatto il bagno vestite. Io ho foto delle mie nonne, per dire, alla plaja di Catania a inizio secolo, che facevano il bagno vestite. Insomma: la vecchia storia della battaglia di civiltà con cui hanno fatto un paio di guerre e oramai sanno tutti che le hanno fatte per il petrolio e che la civiltà non c’entrava niente.

Al ponte sullo stretto, invece, nei social della Lega, hanno messo il burqa. Non se ne parla. L’ultima dichiarazione in proposito è stata: “Le osservazioni del MASE sono fisiologiche”, come una flebo verrebbe da dire, visto che sono 239. Non solo. Pare che le tabelle inviate al ministero dalla Società Stretto di Messina non siano leggibili. Pare che i numeri sembrino messi lì a casaccio. Secondo me, che sono siciliano, anche i siciliani lo hanno capito che ‘sta storia del ponte torna fuori a ogni elezione, anche quelle, per dire, di un comune di cinquemila abitanti del centro-isola. Nel 2009 ci fu anche una inaugurazione ufficiale con tanto di posa della prima pietra. La pose il ministro delle infrastrutture dei trasporti pubblici del governo Berlusconi Altero Matteoli, di Forza Italia. Credo l’abbiano rubata.

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