Il settore delle macchine, che tempo fa rappresentava una grande forza lavoro dell’Italia, oggi piange miseria, e sembrerebbe essere sull’orlo di una crisi senza precedenti. Eppure, tutti, o quasi, guardano al futuro con grande ottimismo. Un futuro green, fatto di auto elettriche, di zero emissioni e di una mobilità sostenibile. Un sogno che, però, sembrerebbe essersi infranto definitivamente negli ultimi mesi. Niente più transizione quindi? Le regole dell’Ue (per il momento) non cambiano, ma c’è qualcuno che ha studiato un piano per salvare l’automotive italiano (e non solo). Si tratta del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, nonché vicepremier, Matteo Salvini. Dunque, in occasione del G7 sui trasporti di Milano, è stato presentato, come rivela Fabio Rubini su Libero, “un documento di 67 punti - sottoscritto all’unanimità - nel quale si mette finalmente nero su bianco che le auto spinte a motore elettrico non possono essere l’unica soluzione in chiave ambientale. E che, al contrario, le prossime politiche degli Stati membri dovranno comprendere anche lo sviluppo di biocarburanti capaci di salvare le filiere del motore endotermico”. Il documento in questione, rivela la ricostruzione del quotidiano diretto da Mario Sechi, “è stato firmato anche da Francia e Germania”, ed è “il principale - ma non l’unico (sottolinea Rubini, ndr) - risultato ottenuto da Matteo Salvini”. Il ministro, a questo proposito ha commentato così: “Confermiamo la volontà dei Paesi del G7 di proseguire nella transizione ecologica, però scegliamo una strada priva di ideologia, più improntata sul buonsenso, che prevede la neutralità tecnologica” (parole riportate da Libero). Dunque, transizione energetica sì, ma in un altro modo; e soprattutto con altri fini. In poche parole, continua Salvini, l’obiettivo è di “accelerare la diffusione di tecnologie a tal fine […] tra cui veicoli a zero e basse e missioni e carburanti rinnovabili a zero e basse emissioni di carbonio come i biocarburanti e gli e-fuel”. Il piano del vicepremier per salvare il settore delle quattro ruote, quindi, prevede un “addio al monopolio dell’elettrico e pure all’idea di rottamare tutta la filiera dei motori endotermici […] «altrimenti - di Salvini - nei prossimi anni ci sarà un suicidio socio economico e ambientale»”. Ma il ministro italiano ha in serbo anche un altro progetto, questa volta per salvare le autostrade italiane…
Infatti, come rivela Marco Ponti de Il fatto quotidiano, “il leghista pare aver avuto una buona idea: pedaggi allo Stato e gestione ai privati, ma con tratte piccole, rendimenti contenuti e tariffa unica. Il modello attuale - sottolinea il giornalista - è stato un disastro”. Così, il giornale diretto da Marco Travaglio, un po’ a sorpresa sembra condividere l’idea di Matteo Salvini per rivoluzionare il sistema Autostrade, tant’è che intitola: “La riforma Salvini può mettere fine al Far West”. Ma di cosa si sta discutendo? Il vicepremier, spiega il Fatto, “vuole avviare una riforma delle concessioni autostradali, accentrando nel suo ministero tutti i ricavi pagati dagli utenti e mantenendo ai concessionari solo l’attività di gestione, cioè investimenti, manutenzioni e riscossione dei pedaggi, ovviamente - specifica Ponti - garantendone la redditività”. In fin dei conti, il bisogno di un cambiamento risulta quasi fisiologico; d’altronde, viene specificato sul giornale, “l’assetto attuale si è rivelato del tutto insoddisfacente, quindi a cambiare non c’è certo molto da perdere”. Le ragioni di questa mala gestione sono tante, e il giornalista del Fatto le sottolinea tutte, o quasi. Insomma, la proposta di Salvini (secondo il giornale di Travaglio) “è condivisibile”, e lo rivelerebbe anche una simulazione tariffaria nazionale effettuata di recente con un modello di traffico promosso da Brt onlus. Ed è stato riscontrato che, rivela Ponti, “a parità di ricavi totali, tariffe legate ai soli costi di manutenzione e alla congestione aumentano il benessere collettivo e diminuiscono le emissioni, rispetto al sistema tariffario attuale”; anche se ci sarebbero alcuni “ma”. Insomma, Salvini sarà davvero in grado di salvare auto e Autostrade?