La rivoluzione delle quattro ruote sembra essere diventata un argomento tra i più importanti quando si parla di futuro. Insomma, come sarà l’auto di domani? In molti pensavano di aver trovato la soluzione nelle vetture elettriche, capaci di soddisfare il bisogno di movimento e allo stesso tempo di garantire una (presunta) pulizia dell’aria. Insomma, stiamo entrando nell’era della mobilità ecologica? Forse, ma i motori elettrici potrebbero non farne parte; o perlomeno non in modo in cui sono stati progettati. Le utopie disegnate in questi anni da varie politiche, infatti, spesso si sono scontrate con la realtà dei fatti: prezzi troppo alti, infrastrutture minime e tecnologie ancora svantaggiose, soprattutto se paragonate ai tradizionali propulsori termici. E allora ecco che si comincia a modificare i progetti green, con un occhio al 2035 anno in cui secondo l’Ue (quella attuale) dovrebbe completarsi la transizione del parco auto europeo. Ma forse Guido Meda, giornalista italiano e iconica voce televisiva dei MotoGP, commentato per Sky Sport, ha la soluzione adatta per il futuro. L’auto del futuro? “Ha mille anime, ma ancora pistoni”. E se sputasse acqua?
Insomma, stando al titolo del pezzo di Meda pubblicato sul mensile Auto “il futuro dell’auto non sarà solo tutto elettrico”, perché esiste una tecnologia, che per il momento è stata considerata il giusto (o quasi niente) che, scrive il giornalista, “può mettere d’accordo ambiente ed emozioni”. La soluzione adatta, quindi, potrebbe essere già qui. In poche parole, scrive il direttore della redazione motori di Sky Sport, “la prossima auto che vorrei è la sintesi romantica di tutte quelle avute in passato, ma ‘sputa’ acqua”. Così, Guido passa in rassegna l’intero portfolio di automobili possedute nel corso degli anni, perché, si legge sul periodico, “la mia prossima auto è blu. Mica per sembrare un ministro […] - ma perché - le ho sempre scelte blu. Come i maglioni che indosso”. Un fatto quasi di sentimenti, la prossima vettura di Meda, quindi, “consuma come la prima Fiat 500 (marrone) del 1972 che mio padre - scrive il giornalista - mi fece guidare quando ero pischello e che mi ha portato ovunque, prima di trasformarsi in una Fiat Panda (rossa) de 1974 e poi in una Volkswagen Polo (vede met)”. Poi, continua Meda, “la mia prossima auto ha un cruscotto con due occhi sportivi veri e solidi come quelli della mia vecchia Alfa Gt Junior 1300 (rossa) del 1971”, ma va anche “in fuoristrada con la stessa trazione della Nissan Patrol 3.3 turbo (bianca) dell’86 con cui ho fatto il militare”, è “robusta come la Range Rover 3.5 (bianca) dell’83”, e poi “costa poco come quella Subaru Leone 1800 Gl 4wd (grigia) dell’80, è “simpatica come il Maggiolino del 1964 (verde Bahamas), che non ne ho mai amata un’altra come quella” sottolinea Guido. E non è mica finita, visto che, continua l’articolo, “la mia prossima auto fa i traversi come la Bmw M3 E36 (nera) del 1997”, come Graziano Rossi, visto anche la vicinanza del mondo delle due ruote con Meda. Inoltre, “la mia prossima auto - continua il giornalista - è reattiva come la Porsche Carrera 3.2 (blu) del 1988”, è “spaziosa come la Volvo 740 Sw (banca) dell’89”, deve essere “sicura come la Mercedes E250 td Sw (grigia metallizzata) del 1997”, il sedile dovrà essere comodo come quello “dell’Audi A6 Avant (blu!) del 2015 che, dopo mille chilometri di viaggio, potevo ripartire per rifarli al contrario”. Ma poi “ha la tenuta di strada della Alfa Romeo Stelvio Veloce 2.2 Td (blu Misano) del 2020”, deve essere “furba come la Lexus Nx (blu) del 2023, che è ibrida e pure plug-in e - sottolinea Meda - mi ha insegnato ad apprezzare la guida elettrica, non sempre sempre”. Insomma, termina il giornalista, “la mia prossima auto è Diesel, è a benzina, è ibrida ed è elettrica. La mia prossima macchina, fa rumore, ma sputa acqua…”. E forse potrebbe aver ragione Meda quando scrive che “forse la mia prossima auto ha i cilindri e pure i pistoni e fa il pieno con l’idrogeno”.