Due giorni con Graziano Rossi nel nome di una sola religione: il traverso. L’ha fatto lo youtuber Siw_993, pubblicando poi un video che racconta, in poco più di 17 minuti, 48 ore passate con l’ex pilota che ha come idolo quel pilota di suo figlio. “Oh, Vale è anche il mio idolo” – ha scherzato il Grazia per rompere il ghiaccio, prima di aprire le porte del suo privatissimo circuito da drifting e del capannone in cui custodisce il suo prezioso tesoro.
Le parole chiave? Trazione posteriore, pneumatici da finire, confusione e gioielli messi in alto. Cosa sono i gioielli in alto? Gli scooter che hanno accompagnato Valentino Rossi in tutta la sua lunghissima carriera. Quelli, per intenderci, su cui abbiamo sbavato più o meno tutti sia quando avevano il marchio Aprilia, Rally e SR su tutti, sia quando, invece, hanno avuto il logo di Honda o Yamaha. Con le livree, chiaramente, ispirate alle moto con cui Vale correva e vinceva in quegli anni, mentre si divideva tra la gloria di uno destinato a diventare leggenda e la vita del “ragazzo normale” a Tavullia. “Ho dovuto fare i conti spesso con le forze dell’ordine che, giustamente, gli sequestravano i motori con cui andava in giro” – ha scherzato ancora Graziano.
Un padre che adesso è pure nonno, ma che non ha mai nascosto di avere bisogno di giocare ancora e sempre come fa un ragazzino. E con i più la fortuna di poter collezionare anche i suoi giocattoli. Ma pure con quel “piglio passatista” di quello che tra Viper, bolidi modernissimi e meraviglia della nuova tecnologia continua a preferire le vecchie BMW di una volta, che di traverso ci andavano anche quando volevi andare dritto. “Qua – racconta ancora Graziano col suo solito modo un po’ sfasato – c’è anche la BMW M5 di Vale, ma mica lo so perché sta qui”. Probabilmente – supponiamo noi – per riparare qualcosa, visto che sul circuito di Tavullia a motore e gomme si chiede veramente tanto (Marcello, il meccanico, è sempre al lavoro lì), in quelle sfide padre e figlio che un tempo erano solo in moto, ma adesso hanno raddoppiato le ruote. E dove nessuno, per una qualche galanteria o una qualche forma di rispetto genitoriale, ha intenzione di far vincere l’altro. Padre e figlio, ma la sfida è la sfida.
Che poi è la “regola di Graziano”, forse l’unica per uno mezzo anarchico così, e è stata anche la chiave del successo di un figlio che ha potuto maturare una grande passione mentre, insieme a suo babbo, giocando come giocano quelli che non giocano affatto, cercava la strada per esprimere il suo talento. Fino al Valentino che è adesso e che si può riassumere in una semplicissima frase dello stesso Graziano: "Considera che lui oggi se non vince al Ranch non è che è contento, anzi lo vedi che proprio non è contento". Il resto lo lasciamo raccontare da un video che merita solo di essere visto, senza stare troppo a raccontare e riassumere, anche per non togliere il giusto riconoscimento a chi l’ha realizzato.