Landini & C. ma che davero davero? Voglio dire, a noi gli scioperi piacciono, soprattutto quando si manifesta per questioni nobili e giuste e quant’altro nelle quali rientra senz’altro la questione palestinese e la Global Flotilla Sumud e il cappellino verde a forma di rana di Greta Thunberg: il “green frog hat”, simbolo di solidarietà globale e must have per la mise dello sciopero internascional tipo politica estera ché non siamo mica provinciali noi. Ma vi agitate tanto anche per i lavoratori italiani o anche loro tutti se ne devono andare a farsi arrestare dall’esercito israeliano altrimenti ‘sta minchia? Negli ultimi cinque anni, secondo il Rapporto Annuale 2025 dell’ISTAT, i salari reali hanno subito una perdita del 10,5% (125 euro al mese per uno stipendio di 1200), principalmente a causa dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi. Circa un quarto della popolazione è a rischio di povertà o esclusione sociale. L’inflazione acquisita nel 2025 è stata dell’1,7% per l’indice generale e del 2,0% per la componente di fondo, mentre gli aumenti salariali medi non sono stati sufficienti a compensare l’aumento dei prezzi. Ciò ha comportato un’ulteriore riduzione del reddito reale delle famiglie e ha messo sotto pressione la parte più fragile della popolazione. Detto in termini più comprensibili alla base che si mobilita: ci stiamo a morire di fame.

Le bollette non sappiamo come pagarle e ora c’è il rientro a scuola e, considerato che la soglia di povertà relativa per un nucleo familiare di due persone è 1200 euro, sotto i quali ti attacchi al tram (magari fosse il tram, in realtà) e non tutti noi lavoratori abbiamo il fisico per aprirci un account su OF. Dati questi dati (mi piacciono le ripetizioni): una famiglia di quattro persone con due figli in età scolastica (zaini, libri, matitine, gommina per cancellare, smartphone, bastone per fare i selfie, sneaker fighette, taglio di capelli maranza, felpa, videogiochi, abbonamento del tram – se ti attacchi non solo ti attacchi ma ti multano pure), ecco dicevo dati questi dati tu mi fai lo sciopero generale per quattro “lavoratori” maltrattati sulla Flotilla? A parte il fatto che molti di loro, sospetto tutti, non hanno un lavoro altrimenti come minchia facevano ad assentarsi perché vaglielo tu a dire a una faccia di minchia di imprenditore con la supercar in leasing “mi assento per qualche settimana di navigazione più qualche altro giorno in carcere a Israele, ci vediamo al rientro, le porto un cappellino verde a forma di rana”, e comunque non è questo il punto perché per me i membri della Flotilla possono anche essere tutti metalmeccanici tendenza skipper, ma tu, anzi voi, gli scioperi generali li fate solo per il ritorno di immagine?

Bello lo sciopero di domani. Ma agli altri lavoratori ci ci pensa? Come ha scritto Moreno Pisto il 23 settembre, dieci giorni fa, quando ancora i “lavoratori” della Flotilla non erano stati maltrattati: “Ma dove sono quelli che protestano, pacifisti e no, quando c'è da lottare contro i salari troppo bassi, un'educazione scolastica devastata, un sistema pensionistico deprimente, per le condizioni socioeconomiche delle periferie, per la sicurezza, per la mancanza di politiche migratorie, per le infiltrazioni delle mafie?” (a questo link il “Pistoriale” completo). Lo sciopero di domani è bello giusto buono e se mettete il cappellino verde a forma di rana di Greta anche chic. Ma i lavoratori che lavorano – e spesso manco lavorano – in Italia che devono fare? Al posto di attaccarsi al tram si attaccano alla Flotilla?
