Il teaser è oggettivamente splendido. I Club Dogo torneranno nel 2024. Per annunciare il comeback dell’anno la produzione ha scelto Claudio Santamaria e… il sindaco di Milano, Beppe Sala. I due si trovano al piano più alto di uno di quei palazzi che dominano il nuovo skyline della locomotiva d’Italia. Sopra di loro un cielo nero, sotto le luci della città. È notte, i due si scambiano poche battute. Disincanto e cinica rassegnazione, poco altro. Tutto molto cinematografico e cool. A Sala non resta che accettare la proposta di Santamaria. Per salvare Milano (dalla musica di mer*da, “dal suono che proviene da là sotto. È in ogni locale, in ogni telefono, ovunque”) servono tre antieroi che, per l’occasione, possono trasformarsi in eroi: i Club Dogo. Perfetto. Tutto perfetto, al millimetro, ma… cosa ci fa Beppe Sala, proprio in questo momento, lì in mezzo?
Lasciamo perdere le recenti polemiche sulle nuove ciclabili milanesi (che sono acqua fresca al confronto di tutto il resto), ma in un momento in cui su TikTok girano, sempre più frequenti, video – a tratti disperati – di donne che denunciano quanto sia diventato difficile camminare da sole, specie di notte, per Milano, era proprio il caso di prestarsi a un video che sembra quasi una parodia degli inquietanti scenari evocati e descritti sui social? Prendiamo Margherita, 21enne che descrive così la sua esperienza notturna in pieno centro: “…da come mi guardavano ho capito che non si sarebbero più allontanati. Avranno avuto 25-30 anni, stranieri, forse nordafricani, entrambi col cappuccio della felpa in testa, ero terrorizzata, ricordo di averli implorati: “No, per favore no”. Si sono scambiati qualche battuta a me incomprensibile, e intanto si facevano sempre più sotto, compiaciuti della mia agitazione”. Margherita si è salvata fermando un taxi in fretta e furia, solo in quel momento – quando lei si è letteralmente gettata dentro l’auto – i due l’hanno mollata. Ma l’esperienza di Margherita è largamente condivisa. Sono tante le ragazze che, una volta sole, in strada, si organizzano. Preparandosi al rischio. Non solo spray al peperoncino, ma anche amiche, amici o parenti con cui parlare al telefono mentre si spostano. Questo è il clima. Destinato a durare? Forse no, forse con politiche mirate e meno educate (pensiamo al caos che si è scatenato contro chi osa filmare le borseggiatrici in metro quando queste stanno tranquillamente operando) tutto ciò è destinato a svanire presto, quasi magicamente…
Presto e forse magicamente. Ma, realisticamente, non ora. E allora davvero Beppe Sala, bravo attore – volto espressivo e persuasivo –, ritiene scaltro mostrare il fianco alla più facile delle polemiche? Davvero ha deciso di sentirsi chiedere, magari in Consiglio comunale, se per salvare Milano (la Milano vera, non Gotham City) serve l’intervento di un trio di (anti)eroi? Non pare, da un punto di vista squisitamente politico (non parliamo sempre di marketing, su!), una mossa intelligente. Anzi. Milano, che su certi aspetti è così vicina alla modernità di modelli cittadini a cui platealmente mira, balbetta ancora, alla grande, sulla sicurezza. Basta farsi un giro in Stazione Centrale, pattugliata ogni giorno da uomini in divisa e non, consci del pericolo latente o incombente. Basta farsi un giro in metro quando i convogli scoppiano di varia umanità. O basta farsi una passeggiata soli lungo quelle strade lunghe e suggestive che di notte, semplicemente, ti fanno dimenticare di quanto Milano, soprattutto nelle intenzioni, sia vicina a Berlino, Parigi o Madrid. E sì, in questo momento ci vorrebbero tre eroi a toglierci dai guai. Peccato che ce lo dica proprio Beppe Sala, sindaco di una città che nel 2023 non dovrebbe avere bisogno di alcun eroe per definirsi sicura. Solo di una buona amministrazione.