Mirella Gregori, quindicenne romana scomparsa il 7 maggio del 1983 è stata mai cercata davvero? Il caso della sua sparizione, fin da subito legato a quello della cittadina vaticana Emanuela Orlandi, ha fatto si che le indagini non pattassero mai a nulla di concreto. “La Gregori diventa solo un’appendice del caso Orlandi ed il suo nome viene trascinato come un farraginoso rimorchio sui titoli dei giornali… Cosa ben peggiore è che nelle indagini non le è stata mai concessa una sua identità, una sua visibilità, una sua pista di ricerca”. Così scrivono la criminologa Roberta Bruzzone e le collaboratrici Roberta Catania, Margherita Di Biagio, Laura Genovesi nell’introduzione del libro Mirella Gregori, viaggio in un’indagine imperfetta (Mursia), in uscita a quarantuno anni dall’anniversario della sua scomparsa. In queste pagine si tenterà di ricostruire la personalità di Mirella, e quale fosse il suo quotidiano attraverso l’analisi e dei suoi diari che, nonostante siano stati acquisti dagli inquirenti sono stati, sbagliando, ignorati. Pagine in cui si parla sia d’amore che d’amicizia, con tanto di nomi e cognomi. Pagine a cui Mirella ha confidato tutta la sua vita.
Un libro che propone nuovi interrogativi, spunti d’indagine e possibili scenari da cui ripartire. Il caso di Mirella gira tutto attorno a una citofonata. Chi c’era dall’altro capo del citofono? Con chi aveva appuntamento Mirella quel giorno? “La madre raccontò di averla sentita dire: “Chi sei? Se non mi dici chi sei attacco... Sei della terza media? Alessandro? Ah ciao!... Ma sei matto? Devo ancora pranzare, ci vediamo alle 15.30 a Porta Pia. Ma, uscita da casa, Mirella non si precipita all’appuntamento. Fa invece un secondo passaggio al bar di Sonia, (la sua migliore amica ndr). Le due chiacchierano chiuse in bagno per quindici minuti. Tanti. Che cosa si dissero? Di quella conversazione Sonia ha fornito versioni diverse e contraddittorie. Però assicura di aver visto l’amica uscire dal bar alle 15.45 , diretta all’appuntamento di Porta Pia. Da quel momento Mirella svanisce”. Sonia dirà anche che Mirella si era recata a Villa Torlonia a suonare la chitarra. Mirella, in realtà, non suonava e, uscendo dal bar della famiglia di Sonia Villa Torlonia si trova nella direzione opposta rispetto a Porta Pia. “Sin da subito le reazioni di Sonia appaiono singolari e difficili da valutare. Con la madre e la sorella di Mirella che chiedono informazioni, la ragazza si mostra stranamente distaccata. Possiamo pensare che nell’immediato non fosse preoccupata dal ritardo dell’amica e da un incontro di cui forse immaginava che si fosse prolungato oltre il previsto, ma senza allarmarla”. La soluzione del caso potrebbe essere tutta qui: “Sonia non parlò per coprire l’amica o per proteggere se stessa? Oppure Mirella mentì anche a lei?”.