Il Fatto quotidiano decide di dedicare, o meglio, Selvaggia Lucarelli dedica, un’intera pagina al caso Lacerenza, o meglio, a Giuseppe Cruciani che parla di Davide Lacerenza, o meglio ancora: a Giuseppe Cruciani che parla di Lacerenza in modo da alimentare il mito trash del “King di Milano” e proprietario della Gintoneria, fingendo di prendere le distanze solo a convenienza, in modo tale da rimanere apparentemente politicamente scorretto, in realtà dimostrando che è tutto un teatrino. Questa in sintesi l’idea di Selvaggia Lucarelli, che torna a parlare di Cruciani mentre Cruciani di lei, dopo la loro rottura, non vuole parlare. Lucarelli cerca un dissing a cui, nel corso degli ultimi anni, il conduttore de La Zanzara si è sempre sottratto? Per Lucarelli, il format de La Zanzara è “riassumibile più o meno in questo modo: trovare il mostro del giorno, lasciargli il microfono aperto, istigarlo a dire le cose più becere, suscitare indignazione o ilarità, fingere di dissociarsi se la spara troppo grossa. O lasciare che finga di dissociarsi David Parenzo, che ovviamente – se si dissociasse davvero da ciò che accade in quel programma – avrebbe lasciato la sua postazione da tempo. Che poi, in definitiva, era il format tv di Barbara D’Urso: invitava i peggiori fenomeni da baraccone o loschi figuri e alla prima battuta orrenda recitava la parte della conduttrice indignata. O la faceva recitare a un altro ospite”.

E il caso Lacerenza non fa eccezione: “Lo ha più volte invitato in radio dove lo trattava – appunto – da simpatico giullare, da tossico un po’ guascone, e quando è stato arrestato con accuse che vanno dal favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione alla detenzione e spaccio di stupefacenti, ha dedicato puntate su puntate della Zanzara alle giustificazioni. Agli attacchi ai moralisti che lo giudicano, quando a lui di droga e puttane non interessa nulla, tanto in tutti i locali d’Italia è così, lui sapeva tutto ma non è un questurino anche perché ritiene che la droga dovrebbe circolare liberamente”. Tutto questo fino al nuovo arresto per Lacerenza e Stefania Nobile. A quel punto l’atteggiamento cambia e Cruciani si sarebbe trasformato in un giornalista intendo ad approfondire la storia ocn fare “seo”: “Dopo l’arresto di Nobile e Lacerenza il conduttore radiofonico si è messo a invitare testimoni, escort, frequentatori del locale per capire cosa accadesse lì dentro. Potrebbe lasciare che la legge faccia il suo corso e invece, ahimè, dalle sue parti è sopraggiunta una vocazione tardiva per l’inchiesta sulla Gintoneria. Insomma, Cruciani diventa questurino quando il mostro è ormai ai domiciliari e il tribunale di sorveglianza non gli consente di fare il pagliaccio nel suo circo. Pulitzer subito”.Ma Cruciani è davvero così punk come sembra? “Giuseppe Cruciani ha da sempre un grosso problema: prima contribuisce a creare questi mostri o ad alimentarne il mito, poi – quando quei mostri finiscono arrestati o si rendono protagonisti di episodi più orridi del solito – sente l’impellente bisogno di giustificarsi”. Excusatio non petita e forse anche fuori tempo massimo? Sente il dovere “di spiegarsi e assolversi in nome della sua nobile battaglia per la libertà di pensiero e, soprattutto, forte dello slogan ‘Non lancio messaggi, mostro la realtà’”.
