A un anno dalla costituzione della Commissione bicamerale d'inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, le audizioni proseguono. Una delle figure dubbie in entrambe indagini è quella del fotografo romano Marco Fassoni Accetti, che continua a essere menzionato nelle vicende legate alle due scomparse. "Non escludiamo di chiamarlo presto", ha dichiarato Roberto Morassut, vicepresidente della Commissione. Accetti, infatti, è stato collegato sia al caso Orlandi che a quello Gregori. Nelle ultime settimane, ha fatto pervenire alla commissione nuovi documenti, e alcune sue dichiarazioni sono state considerate come elementi importanti da esplorare. Ma, sebbene il suo nome appaia frequentemente in contesti di cronaca, le sue versioni spesso risultano incoerenti e confuse, tanto che alcuni commissari esprimono dubbi sulla sua affidabilità. Laura Sgrò, avvocato della famiglia Orlandi, si è espressa in modo critico nei confronti di Accetti. "Non dovrebbero concentrarsi su queste persone, che più che fare chiarezza hanno aggiunto confusione", ha dichiarato, sottolineando anche che la posizione di Accetti rispetto agli eventi è stata spesso ambigua. Anche Alì Agca, l’uomo che sparò a Wojtyła nel 1981 a piazza San Pietro, viene citato come figura che potrebbe contribuire alla verità, ma finora la Commissione ha deciso di non convocarlo.


Per l’avvocato Sgrò, i due casi di scomparsa dovrebbero rimanere distinti, sebbene possano avere una causa comune. "Mirella potrebbe essere finita vittima di un attacco sessuale, mentre il caso di Emanuela è più ampio, legato a personalità vicine al Vaticano", ha aggiunto. Per la legale, sarebbe più utile convocare altre figure, come Vittorio Rizzi, ex capo della Squadra Mobile di Roma, o alcune persone ecclesiastiche rimaste in vita, piuttosto che focalizzarsi su chi ha alimentato più dubbi che verità. La verità, secondo l'avvocato, è nemica del tempo, e molte persone che potrebbero aver avuto informazioni utili non ci sono più. Il dibattito sulla Commissione continua a suscitare polemiche, con opinioni contrastanti sulle mosse da compiere. Intanto, i famigliari delle vittime sperano che, in un futuro non troppo lontano, chi detiene informazioni decisive possa essere finalmente ascoltato.

