In Commissione parlamentare d’inchiesta è stato ascoltato oggi Bruno Bosco, il poliziotto che subito dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi raccontò di aver visto una ragazzina con caratteristiche corrispondenti alla quindicenne cittadina vaticana parlare con un uomo sulla trentina, con i capelli biondi e radi arrivato a bordo di una BMW verde chiaro. Bosco, che al tempo era Sovrintendente capo della Polizia addetto alla sicurezza del Senato, fu interrogato tre giorni dopo la sparizione di Emanuela, rivelando quanto visto all'agente del Sisde Giulio Gangi, scomparso nel 2022. In Commissione ha chiesto la segretazione totale della sua audizione, e di non comparire nelle riprese video a circuito chiuso di Palazzo San Macuto. Avrà forse raccontato qualcosa di notevolmente importante?
Bosco, in quel tragico quanto indimenticabile 22 giugno 1983, si trovava nelle vicinanze della Basilica di Sant’Apollinare (dove Emanuela frequentava le lezioni di musica) per motivi di lavoro, proprio dove ha visto arrivare una BMW verde chiaro, fermatasi davanti a Palazzo Madama. Questa testimonianza potrebbe combaciare con l’ipotesi secondo cui il giorno della scomparsa qualcuno di non ancora identificato avrebbe offerto ad Emanuela un lavoro per l’Avon, una linea di cosmetici molto in voga al tempo. Ricordiamo infatti che prima che di perdere le sue tracce Emanuela telefonò a casa, chiamata alla quale rispose la sorella, a cui raccontò proprio di aver ricevuto una proposta di lavoro. Che fu questo il primo di una lunga e quarantennale serie di depistaggi?