Il caso di Emanuela Orlandi nel corso degli anni è stato accostato a numerose piste, come quella di Londra, e avvicinato a diverse personalità. Alcune anche dubbie, come Renatino De Pedis, boss della Banda della Magliana. A parlare di questo possibile legame un ladro molto famoso del Veneto, Vincenzo Pipino, meglio noto come il "ladro gentiluomo". Motivo? Non ha mai utilizzato armi. "Un giorno mi ha chiamato Enrico De Pedis, mi chiese di procurargli un passaporto falso. Solo in seguito ho scoperto che serviva per il trasferimento di Emanuela Orlandi a Londra". Infatti, secondo diversi indizi Emanuela, dopo la sua scomparsa avvenuta il 22 giugno 1983 sarebbe stata trasferita a Londra, dove sarebbe rimasta fino al 1997. “Mi disse che gli serviva subito un passaporto per una giovane, di Venezia. Il passaporto doveva riportare il nome di Emanuela Orlandi e la sua foto, ma doveva risultare essere di Venezia”.
E ancora: “Con lei, infatti, sarebbe espatriata un'altra ragazza, veneta. Il viaggio doveva risultare con partenza da Venezia. La destinazione, invece, sarebbe stata Londra". Si tratta dell’ennesimo dettaglio che potrebbe in qualche modo avvalorare la pista inglese, o l’ennesimo depistaggio che in quarantuno anni dalla scomparsa ormai non si contano più? L’ipotesi di Londra è quella che più convince il fratello Pietro Orlandi, che recentemente ha parlato di un volo riservato chiesto dal Vaticano al Ministero della Difesa, che sarebbe stato usato proprio per il trasferimento della quindicenne cittadina vaticana. Un racconto che a Pietro Orlandi è stato fatto da una persona che al tempo lavorava proprio nella segreteria particolare del Ministero: “Nell’agosto del 1983 c’è stata una richiesta da parte della Santa Sede di un volo riservato con le linee Cai, usate dai servizi, per quattro persone da Roma a Londra, e che quel volo partisse da Ciampino di notte”. Una coincidenza o davvero Emanuela ha trascorso degli anni a Londra?