Massimo Giletti a Sanremo. Il conduttore più nazional-popolare trai noti, e potrebbe sembrare quasi tautologico, torna in tv, con un’apparizione programma e in scaletta al Festival, dove nulla è lasciato al caso. Scompare a La7, riappare in Rai, sette canali più in alto, il vecchio nido per altro, precedente a quello che per qualche tempo ha ospitato, fino alla chiusura del contratto (e del programma) Non è l’Arena. Dalla tv di Cairo alla tv di Giorgia Meloni, dicono, o più semplicemente alla rete pubblica, dopo mesi di silenzio sostanziale, tranne poche eccezioni. "Benvenuto e bentornato in Rai": così Amadeus ha salutato Massimo Giletti, seduto in prima fila all'Ariston. "Celebreremo i 70 anni di tv il 28 febbraio, su Rai 1 in prima serata, con grandi nomi. Tornare nell'azienda dove sono nato e cresciuto, professionalmnete e come uomo - ha detto Giletti durante la terza serata del Festival di Sanremo - è un'emoziome molto intensa. La dedico alle persone che sono qui, che mi hanno dato dato calore nei momenti difficili che non posso dimenticare". Ma perché è così importante il suo ritorno in tv, proprio in Rai, proprio a Sanremo? Per capirlo e per capire perché è un evento dobbiamo ripercorrere quest’ultimo periodo.
La chiusura di “Non è l’Arena” su La7
Aprile 2023, Non è l’Arena chiude. La7 “ringrazia Massimo Giletti per il lavoro svolto in questi sei anni con passione e dedizione” e lo fa tramite un comunicato ufficiale il 13 aprile. Sul momento la risposta di Giletti tradì una certa insofferenza, a indicare che qualcosa, evidentemente, si era rotto. “Ognuno ha la sua versione. Non voglio aggiungere altro, non parlo, penso solo ai miei, ai 35 che lavorano con me e si ritrovano ora sbattuti fuori dopo 6 anni. Io ho le spalle larghe, penso solo a loro”. Le coincidenze non sono mai delle buone spiegazioni ma in molti, all’inizio, si fecero alcune domande sulla fine del programma proprio nei giorni successivi alle puntate sulla mafia e degli audio esclusivi di Matteo Messina Denaro che la trasmissione aveva reso noti insieme a MOW. Le domande erano tante. Il nostro direttore, Moreno Pisto, che quegli audio li ha tirati fuori proprio insieme a Non è l’Arena (che doveva mettere il budget) e Fabrizio Corona, diventato tranne che in rari casi un capro espiatorio di alcuni media per bruciare inspiegabilmente l’immagine di una trasmissione che aveva fatto un lavoro da giornalista, analizzò le più importanti.
Quella più importante di tutti era questa (e con noi anche alcune firme storiche del giornalismo italiano, come Enrico Deaglio): cosa porta alla chiusura di una trasmissione, di certo non l’unica su La7, che parla di mafia? “C'entra il momento particolare che stiamo vivendo, c'entra che il livello qui si alza e raggiunge l'attualità. Un conto è parlare di mafia riferendosi a 30 anni fa, un altro è andare a toccare equilibri e interessi attuali. È molto, molto più delicato. Equilibri che concernono i colletti bianchi ma non solo, anche chi fa le indagini, anche chi sta nel mondo di sotto della mafia”. Questa e altre domande restano. Non è l’Arena ha chiuso. Un’altra ipotesi fu il possibile corteggiamento della Rai, che si scoprirà arrivare però successivamente e che non può essere ascritto all’insieme di cause che hanno portato all’interruzione dei rapporti tra il gruppo Cairo e Giletti. Una terza ipotesi fu il presunto pagamento in nero di una parte del compenso previsto per Salvatore Baiardo, ex aiutante dei mafiosi Filippo e Giuseppe Graviano ma Giletti e la società Fremantle smentirono immediatamente la tesi di Repubblica e Domani.
Il ritorno in Rai a Sanremo
Ora, a distanza di quasi sette anni dall’addio in Rai, Giletti potrebbe tornare. Non c’è nulla di sicuro. Per adesso si sa di un contratto di soli cinque mesi, in grado di coprire il periodo di attività che lo vedrà impegnato con un programma dedicato ai settant’anni della Rai, La TV fa 70. A confermarlo sono stati sia il giornalista che l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio. L’ad di Viale Mazzini ha lasciato trasparire un certo ottimismo sul ritorno di Giletti: “Nel prossimo anno arriverà Giletti. Oggi ha fatto un video divertente dicendo: riparto da zero, questo vuol dire che ritornerà. Nel prossimo anno lo vedremo”. Ma le cose stanno così? Giletti non ha dato certezze, nonostante si sia detto incline a puntare proprio sulla rete pubblica: “Quello che farò dopo ancora non è chiaro ed è possibile tutto perché ho più offerte. Trovo però che tentare di dare fiducia alla Rai in questo momento sia un atto sensato. Qualsiasi altra scelta farà rumore. Vedremo”. L’arrivo di Giletti sicuramente è la dimostrazione della “mobilità nel sistema tv”, come viene definita da Sergio: “Dopo Balivo e De Girolamo, ora a gennaio arriva Giletti”. Ma le contrattazioni sarebbero ancora in atto, anche per via, sembra, di un supercontratto (e molta autonomia). Ecco perché l’apparizione del giornalista a Sanremo durante la terza serata potrebbe avere un ruolo strategico per entrambe le parti.
Pur non potendo fornire nessuno reale dato quantitativo, la presenza e i feedback sulla sua apparizione in televisione potrebbero permette di tastare il polso della platea, dei telespettatori, così da capire quando sia possibile proseguire nei tentativi di chiudere un contratto che sia fruttuoso per entrambi. A differenza di quanto sostenuto nei mesi scorsi, infatti, la chiusura del programma su La7 ha reso Giletti tutt’altro che poco appetibile. I recenti insuccessi della Rai, che ora potrebbe rischiare di perdere anche Fiorello a maggio, con la fine di Viva Rai 2 e il corteggiamento da parte di Discovery e La7, potrebbero aver favorito la volontà di reintegrare nel palinsesto un conduttore come Giletti. Per sapere come andrà dovremmo guadare anche a questa serata.