La7 ha deciso di sospendere Non è l’Arena, programma condotto da Massimo Giletti. Le motivazioni della decisione da parte della rete di Urbano Cairo non sono state rese note, ma molte ricostruzioni collegano la cosa alla presenza in trasmissione di Salvatore Baiardo, in passato vicino ai fratelli Graviano, che a novembre nello speciale “Fantasmi di mafia” aveva “profetizzato” la cattura di Matteo Messina Denaro e che dopo l'arresto era andato in studio. All'epoca Baiardo aveva argomentato con il fatto che fosse malato e che ci potesse essere un “regalino” in arrivo per lo Stato nella sempiterna presunta (e di fatto mai penalmente accertata) trattativa con la criminalità organizzata. Aveva tirato a indovinare? O aveva informazioni attendibili? E perché ha voluto renderle pubbliche? Molti gli interrogativi (molti dei quali senza risposta o comunque senza risposta definitiva) rimasti aperti dopo le apparizioni televisive di Baiardo. Uno scoop che secondo alcune fonti di stampa si sarebbe trasformato in un boomerang. Per alcuni il problema (o uno dei problemi) sarebbe che la presenza di Baiardo sarebbe stata pagata (c'è chi ipotizza un gettone di circa 30 mila euro). Il diretto interessato avrebbe confermato a Domani, anche se non la cifra: "Mi hanno pagato alcuni gettoni di presenza, ma tutto è stato fatturato, è tutto regolare, nessun pagamento è avvenuto in nero. I miei rapporti con Giletti si sono incrinati per altre questioni". E avrebbe aggiunto: "Non andrò più a La7, ma sto scrivendo un libro perché ho scoperto cose assurde".
La replica di Massimo Giletti
"Smentisco le fantasie che sono state divulgate ad orologeria in queste ore che raccontano di presunte perquisizioni avvenute in casa mia o negli uffici della società che produce Non è l'Arena. Nessuno né oggi, né nelle settimane passate si è presentato per notificarmi atti giudiziari. È inoltre falso che io abbia pagato personalmente e di nascosto il sig. Salvatore Baiardo che è stato compensato per le proprie apparizioni nel programma e nello speciale di novembre interamente costruito sulla sua intervista, come un qualsiasi ospite, in maniera trasparente e tracciabile". E sulla chiusura del programma: "Tutto si chiarirà al momento giusto. Ognuno ha la sua versione. Non voglio aggiungere altro, non parlo, penso solo ai miei, ai 35 che lavorano con me e si ritrovano ora sbattuti fuori dopo 6 anni".
Secondo quotidiano.net Giletti "è stato sentito negli ultimi giorni per ben due volte - come persona informata sui fatti - dalla procura di Firenze nell’ambito dell’indagine in corso sui mandanti delle stragi nel continente. In particolare il giornalista è stato ascoltato dal procuratore della Direzione distrettuale antimafia, Luca Tescaroli (lo stesso che portò avanti Mafia Capitale) e dagli investigatori della Dia diretti da Francesco Nannucci dopo che l’Antimafia fiorentina aveva ascoltato a Palermo Salvatore Baiardo, l’uomo di fiducia dei fratelli Graviano".
"Lunedì scorso - avrebbe confermato Baiardo a Domani - sono stato ascoltato dalla procura dal dottor Tescaroli, e mi ha riferito che Giletti ha detto che gli avrei mostrato delle fotografie che ritraggono Berlusconi con Graviano e il generale Delfino. Non è vero, è falso, non gli ho mai fatto vedere queste foto. Loro dicevano «Giletti le ha viste, Giletti le ha viste», ma non è vero. Io sono stato anche perquisito, ma non hanno trovato niente". E su Non è l'Arena: "Prima delle trasmissioni con Giletti c’era sempre un colloquio nel quale si parlava degli argomenti da affrontare. Durante la pausa di tre minuti in mezzo alla trasmissione è arrivato con un pezzo di carta con scritto «Dici in trasmissione che sono minacciato», e io come un cretino ho detto quelle cose che lui era minacciato a 360 gradi". Per Domani "Baiardo sostiene che il tutto sia avvenuto all’esterno dello studio dove si registra la trasmissione. Il conduttore sarebbe uscito di corsa, avrebbe mostrato il biglietto a Baiardo e poi sarebbe tornato indietro per riprendere la conduzione. Il tutto in pochi minuti di pausa e con nessun testimone. L’unica cosa riscontrata in questa storia sono i pagamenti avvenuti e fatturati. Dallo scoop al terremoto, in mezzo c’è sempre lui, Baiardo, l’uomo dalle molteplici vite: gelataio, favoreggiatore, super testimone ed ex ospite del conduttore silurato".
Il nuovo video di Baiardo su TikTok
Baiardo, sempre con un notevole tempismo, ha pubblicato un video lungo più di 10 minuti poche ore prima che La7 annunciasse la sospensione di Non è l'Arena. Un video in cui parla di tutto: del suo futuro in tv (prossimo, ma non su La7), del suo nipotino, del suo libro: “Ci sono nuove iniziative, probabilmente mi vedrete in Mediaset, lì uno può dire quello che pensa e non ti condizionano nel parlare. Ne scoprirete delle belle. A La7 non mi permettevano più di dire quello che volevo dire perciò devo per forza abbandonarla". Giletti mette il bavaglio? “Se non lui in persona, magari chi sta sopra di lui. [...] Anche Giletti, sotto scorta, ma alla fine della fiera non so che gioco faccia anche lui. Se uno va in trasmissione va per dire qualcosa, poi alla fine non ti fanno mai dire niente”.
Chi è Salvatore Baiardo
Nato a Palermo nel 1958, Baiardo vive da anni e anni al Nord, a Omegna, dove aveva aperto una gelateria ai tempi in cui i Graviano trascorrevano la loro latitanza tra il lago d’Orta e Milano. "Si esprime con accento del Nord - riferisce il Fatto - ma capisce benissimo il siciliano, visto che lo parla correntamente quando si trova in Sicilia. Imparentato per parte di madre con i Greco di Bagheria, ha sposato una cugina di Cesare Lupo, storico braccio destro dei Graviano. Per l’aiuto fornito ai due boss di Brancaccio tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 è stato condannato per favoreggiamento. All’epoca fu uno dei primi a parlare di presunti rapporti – mai provati – tra i Graviano e Marcello Dell’Utri: raccontò di aver assistito a due conversazioni telefoniche tra Filippo Graviano e lo storico braccio destro di Silvio Berlusconi".
“Baiardo – le parole a Non è l'Arena di Enrico Deaglio, autore anche di un libro sui fratelli Graviano – è un uomo che ha fatto parte del clan dei fratelli Graviano, per ragioni familiari, uno dei più vicini, ed è l’uomo che ha organizzato la latitanza molto protetta, molto protetta, dei Graviano, a Omegna in particolare, facendogli da autista, aprendogli dei conti in banca, facendo conoscere, dandogli la casa, accogliendo tutto il clan che veniva a trovare (e lì ha conosciuto tutti), organizzandogli in particolare le vacanze e partecipando all’attività, a una delle attività principali che avevano i fratelli Graviano al nord, che era quella di riciclare denaro, cioè portare denaro dal sud, denaro mafioso, e riciclarlo al nord. In più lui venne arrestato, arrestato in maniera piuttosto strana, nel 1994 a seguito dell’arresto dei due fratelli Graviano al ristorante a Milano, che non vennero arrestati per la mafia in genere, ma specificamente per l’omicidio di Don Puglisi, che era avvenuto pochi mesi prima. Baiardo era l’uomo che faceva loro da appoggio”.
Baiardo ha pagato con il carcere, ma non vuole essere chiamato pentito: “Non l’ho mai fatto, ma ho già fatto dodici querele. Ne dovrò fare altre. Questa parola, pentito, è la cosa che più mi dà fastidio”, ha detto su La7.
Baiardo è credibile o quel che dice è fuffa?
Per Deaglio “è credibilissimo. Non solo è credibile, ma ne ha dette di tutti i colori negli ultimi trent’anni. Baiardo ha detto tutto, è conosciuto da tutti i magistrati, dalla Dia, da tutti i quanti, dal procuratore antimafia eccetera, da trent’anni. Ha parlato, ha avuto solo favoreggiamento, è stato trattato molto bene per il suo arresto, non gli hanno dato associazione a delinquere, ha avuto favoreggiamento. Ha cercato di fornire un alibi falso per la strage di via D’Amelio [ai Graviano]. Non mi stupisce affatto quello che dice, Baiardo è un ambasciatore dei Graviano ben conosciuto dai magistrati, da tutti i magistrati a ogni livello da trent’anni”.
Tra il 1996 e il 1997 Baiardo parlò dei rapporti tra i Graviano, Marcello Dell’Utri e Berlusconi: “Tutto quello che ha dichiarato – diceva nel 2021 a Report Francesco Messina, direttore della centrale anticrimine della polizia di Stato – è risultato vero non perché lo ha dichiarato, ma perché c’è stato tutto un lavoro di riscontro”.
Quella sulla malattia di Messina Denaro era una sparata, una profezia o c’erano degli elementi?
Per Baiardo “non sono profezie, sono cose delicate e serie” e per fare quella rilevazione “i tempi stringevano”.
Come faceva a sapere che era malato?
“I giornalisti dicono che correva la voce, ma perché nessuno l’ha mai detto prima, se era malato, se era gravemente malato? Queste cose non le ha mai scritte nessuno”.
Le fonti?
“Non posso dirlo in televisione, se poi dovrò…” Nino Di Matteo ha detto che l’intervista sarà probabilmente oggetto di un’indagine della procura.
Sono stati i Graviano, come dice Scarpinato, a dire a Baiardo di andare da Giletti a parlare della malattia di Messina Denaro?
Baiardo dice di no: “Come potrebbero essere stati i Graviano se loro volevano togliersi da un certo ambiente? Non sto dicendo che siano dei santarellini, come tutti avranno fatto degli errori di gioventù”
E allora chi glielo ha detto?
“Ci sono altri, non ci sono solo i Graviano”.
I Guttadauro a Palermo, per esempio, chiede Giletti?
“Ci sono altre persone”.
Quindi Baiardo non parla per i Graviano?
“Assolutamente no” Quindi Giletti ne deduce che in questo caso parla per altri.
“Stiamo parlando degli anni Novanta, nel 1994 i Graviano sono stati arrestati. E sono passati quasi trent’anni. Io dico che bisogna sempre pensare che questi ragazzi (macchiatisi di reati terribili, stragi, Don Puglisi, ndr)… erano ragazzi, erano giovani, hanno fatto delle fesserie. […] Il carcere dovrebbe riabilitare le persone, ma a queste persone che possibilità si dà di riabilitarsi [con l’ergastolo ostativo, cioè il "fine pena mai" e l'assenza di benefici per i condannati di mafia che non si pentono]? […] Si sono trasferiti nel 1992 al nord, se volevano continuare a delinquere sarebbero rimasti nella loro Brancaccio”.
Da dove arriva allora la rivelazione di Baiardo?
La rivelazione “arriva da ambito palermitano, come dice lei [Giletti], ma non dalla fonte dei fratelli Graviano. Ma non ho bisogno di difendere io i fratelli Graviano, sono trent’anni che non li sento e non li vedo”.
E ancora (con un riferimento al superamento dell'ergastolo ostativo?) “ma uno avrà la speranza di potersi godere la famiglia e i figli (io penso ai Graviano) dopo trent’anni di galera? Hanno studiato, si sono laureati…”
A chi gioverebbe l’eliminazione dell’ergastolo ostativo?
“Tutta Italia è convinta che ce l’abbiano solo i fratelli Graviano? Sono 1.022 che hanno l’ergastolo ostativo, perciò non può far comodo [solo] ai Graviano”, secondo Baiardo.
Qualcuno ha “consigliato” a Messina Denaro di farsi catturare?
Giletti si è chiesto se non possa essere che qualcuno legato alla mafia abbia consigliato a Matteo Messina Denaro, viste le sue condizioni, di consegnarsi, o perlomeno di allentare molto le attenzioni (tra selfie, contatti con le amiche all’ospedale)? O era superprotetto e sicuro che non lo avrebbero mai preso, oppure si è fatto catturare, secondo il conduttore di “Non è l’Arena”
Per Baiardo “è difficile rispondere a questa domanda, è molto difficile”.
È una domanda che apre scenari inquietanti anche questa. Ma qualcuno glielo può aver detto?
“Sicuramente, sicuramente”, ammette alla fine Baiardo.
Quindi Messina Denaro si è fatto prendere?
Per Baiardo quella di Messina Denaro non è stata una cattura normale. Baiardo concorda con Scarpinato che dice che il boss si è fatto prendere: “Oramai, mi spiace per questa persona, è giusto che stia dove è adesso, però penso che non ne abbia per molto. […] Se no non succedeva quello che è successo, presumo”.
Baiardo ha contatti e rapporti con i servizi segreti?
“Questa - sostiene il diretto interessato - è una grossa stupidaggine. Com’è una stupidaggine per me i 200 chili di tritolo che erano destinati a Martelli (ministro della giustizia dal 1991 al 1993, ndr). Se un mafioso, se i servizi, se chiunque vuole eliminare Martelli dalla scena politica nel momento che lui è ministro di grazia e giustizia […] non c’è bisogno dei 200 chili di tritolo, basta portarlo alle dimissioni, come è successo. O no?”
La profezia di Baiardo non sarà un trucco della mafia?
La profezia di Baiardo sporca in qualche modo la cattura di Matteo Messina Denaro. Non sarà un trucco della mafia per screditare il lavoro dei Ros e dello Stato? È stato mandato da qualcuno di Palermo?
“Non doveva parlare il Baiardo”, dice lo stesso Baiardo, “così magari sembrava una cattura normale”.
Baiardo (o chi per lui) sapeva anche la data dell’arresto di Messina Denaro?
Si era parlato della stessa data di Totò Riina, il 15 gennaio, ma, ha detto Baiardo con una battuta (?), “c’era il compleanno della Meloni”.
Per Giletti però è proprio la Meloni ad aver “rotto le scatole” a chi voleva togliere l’ergastolo ostativo, con questo decreto “che ha bloccato tutto”.
La trattativa Stato-mafia è esistita? E non si è mai fermata? E su cosa?
Lo Stato era chiamato decidere sull’ergastolo ostativo. La Meloni per Giletti “interviene a gamba tesa” con un decreto. Mentre dice a Baiardo che “voi non vi aspettavate questa cosa, vi aspettavate che la Consulta allentasse il carcere duro”. Quindi la trattativa su cosa? Messina Denaro è in carcere…
Per Baiardo “la Meloni fa bene a fare così, istituzionalmente lo deve fare. Lei rappresenta lo Stato”.
Baiardo aveva parlato di “regalino”. Ma il regalino (ne aveva parlato in “Fantasmi di mafia” a novembre, con riferimento all’arresto di Messina Denaro, alludendo al fatto che anche in passato ci sarebbe stata una trattativa per arrivare a Totò Riina) per chi era?
“Il regalino è per chi ne beneficia. E chi ne può beneficiare di un regalino così? È un regalino molto importante”.
Per Martelli la sentenza (assoluzione in appello) dice che c’è stata la trattativa, e a suo dire la trattativa avviene di continuo, ma in questi termini la trattativa non è un reato.
Per Baiardo (lo aveva detto in "Fantasmi di mafia") è una trattativa senza fine.
Il decreto Meloni favorisce la mafia?
Per l’avvocato Li Gotti, difensore tra l’altro di Brusca, l’impianto di Falcone e Borsellino viene depotenziato al massimo e il decreto “apre le porte”. Non direttamente del carcere, ma dei diritti.
Martelli però ha sottolineato che è stata l’Europa a imporre di mettere mano alla normativa, non la mafia.
Stiamo dando troppa rilevanza ai pentiti?
Baiardo: “Trovatemi un pentito, dico uno, che si sia pentito da uomo libero. Tutti si pentono dopo per non fare galera”.
Ma sono serviti: “Ma come sono serviti? Hanno raccontato tutto?”
Per Martelli “non bisogna mai stabilire dei rapporti intimistici”. Come diceva Falcone, bisogna andare lì e dire “lei ha chiesto di parlarmi: parli”. Non gli faccio le domande, non lo instrado, soprattutto non gli faccio capire quello che voglio, perché se gli faccio capire quello che voglio lui me lo dà, ma a quel punto la mia inchiesta è fottuta dal punto di vista della serietà delle prove”. “Scriveva anche [Falcone] che c’erano dei suoi colleghi che si scambiavano regali con i pentiti, e questo è inammissibile. Si danno anche del tu”. Baiardo annuisce.
È vero che la mafia dava valigie di soldi ai magistrati?
Per Baiardo “ci sono stati, ci sono stati negli anni. Anche magistrati di rango”.
“Ce ne sono stati alcuni trasferiti dal Csm per sospetti”, il commento di Martelli. “Ce n’è stato uno che si è suicidato”
“Ci sono stati anche sottosegretari che hanno trasferito i prefetti”, l’aggiunta di Sandra Amurri. “Certo – la chiosa di Martelli – e politici collusi”.
Esiste l’agenda rossa di Borsellino? E che fine ha fatto?
Per Baiardo l’agenda rossa era in più mani e chi l’aveva deteneva il potere: “Purtroppo sì, è così”.
Chi glielo ha detto?
“Quella è una cosa vista, il passaggio di mani. Quella è una cosa che, posso dire, ho visto”
Quando?
“Stiamo parlando… c’erano ancora fuori i Graviano, del ’92-’93”.
E a chi andò?
“Beh, questo… Giletti, Giletti…”
Baiardo ha vista l’agenda rossa?
“Ho visto dei figli che [la] riproducevano”.
Giletti spiega che Baiardo ha visto delle fotocopie, anche se molti non ritengono la cosa credibile
Giuseppe Graviano è riconducibile all’attentato a Borsellino?
Per Baiardo “Giuseppe Graviano non era lì come dicono i pentiti. Ci sono documentazioni che guarda caso prima ci sono e poi spariscono. Io non è che devo difendere Graviano. Da che cosa? Per fargli levare un ergastolo dopo che ne ha dodici o undici?”
Giletti, parlando di mafia, sta rischiando?
Per Baiardo Giletti “è veramente coraggioso, nell’affrontare certe situazioni. Quanti suoi colleghi fanno questo? Lei di questo deve andare fiero, perché tanti suoi colleghi la stanno abbandonando da quel lato, com’è successo tempo addietro che l’hanno sempre scaricata e l’hanno sempre denigrata”.
“Ho le spalle larghe, attraverso le tempeste. Il coraggio non mi manca”, ha confermato Giletti, “e credo che il coraggio è importante rinnovarlo sempre, perché ti permette di vedere anche i rischi e i pericoli”.
Ancora Baiardo, successivamente: “Lei sta rischiando parecchio, a 360 gradi. […] Non solo a livello mafia. Questo glielo dico proprio da… E tanti suoi colleghi dovrebbero…”
“Ha già detto troppo, voglio dormire tranquillo...”, la risposta di Giletti.