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L’auto come seconda casa di Sandokan, il carabiniere che ha catturato Messina Denaro

  • di Matteo Cassol Matteo Cassol

19 gennaio 2023

L’auto come seconda casa di Sandokan, il carabiniere che ha catturato Messina Denaro
Per quelli come Sandokan, soprannome di uno dei carabinieri del Ros che hanno catturato Matteo Messina Denaro, buona parte della vita lavorativa si svolge in auto, nell’ombra: ecco il suo racconto di come è stato preso il boss

di Matteo Cassol Matteo Cassol

Il suo nome, per motivi intuibili, non si conosce, ma il suo soprannome o “nome di battaglia” è Sandokan: è l’investigatore dal volto coperto dal passamontagna che ha catturato Matteo Messina Denaro. E per lui e altri componenti della Crimor del Ros (l’unità che si dedica alla criminalità organizzata nell’ambito del reparto operativo speciale dei carabinieri), l’auto è una compagna di avventura (e di lavoro) fedele quanto forzata. Un impegno premiato dal ritrovarsi con il boss in una stradina senza uscita.

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L'arresto di Matteo Messina Denaro

“Non dormivo da tre notti – le parole di “Sandokan” raccolte da Repubblica –. La zona attorno alla struttura era sotto monitoraggio continuo, era ripresa dalle telecamere. Pedinamenti e intercettazioni avevano scandito la vita della squadra. All’alba di quel giorno eravamo già tutti schierati e ben mimetizzati, oltre trenta uomini. Tutta la Crimor era lì, e non solo. Sapevamo che Andrea Bonafede sarebbe arrivato in mattinata alla clinica La Maddalena. Noi eravamo certi che fosse la falsa identità di Matteo Messina Denaro”.

Poi è scattata l’operazione: “Alle 9.15 sulle nostre radio, collegate tra loro, è arrivato il segnale. Quell’uomo col montone e il cappellino in testa era l’uomo che si presentava col nome di Andrea Bonafede, accanto a lui un accompagnatore (che ora dice di non sapere che si trattasse di Matteo Messina Denaro e credeva fosse un certo Francesco, ndr). Erano in una stradina senza uscita. Gli abbiamo urlato: «Fermo, fermo, carabinieri». Lui si è bloccato, lo abbiamo circondato coi nostri corpi mentre gli dicevamo: «Lo sappiamo che sei Matteo Messina Denaro» e lui ha risposto «Sì». Era fatta, la caccia era finita”.

Sandokan dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro
Sandokan dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro

Quanto alla vita e al tempo passato in auto, Sandokan dice di essere stato “un uomo ombra”: “Restare nel buio è un’esigenza per chi deve braccare un latitante. Ho trascorso intere giornate e intere notti in auto, accanto alle bottiglie vuote che si utilizzano se scappa un bisogno. Sul cruscotto panini e acqua, sotto ai sedili i vestiti per cambiarmi. Per tutti noi della Crimor la vita viene scandita dai tempi di chi pedini e – conclude – la macchina diventa la tua seconda casa”.

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