Negli spazi di Villar Perosa, culla della dinastia Agnelli, si sarebbero consumati incontri che paiono usciti dalle pagine di un romanzo di spionaggio. Il settimanale francese Le Point riporta un episodio inedito che intreccerebbe il passato dell'élite italiana e la geopolitica internazionale: Vladimir Putin, all’epoca un funzionario dai contorni enigmatici, sarebbe stato ospite di Serge de Pahlen, secondo marito di Margherita Agnelli, nella villa di famiglia. Una conversazione a bordo piscina, tra sport e cucina, che oggi assumerebbe un significato particolare alla luce delle presunte connessioni di de Pahlen con il Kgb, già raccontate da Catherine Belton nel libro Amis de Poutine. Ma sarebbero stati "semplici incontri professionali legati alla sua attività alla Fiat".
Ma Villar Perosa non è solo il palcoscenico di incontri intriganti. È anche lo sfondo delle complesse dinamiche di una famiglia tra le più potenti e discusse d’Europa. Il reportage di Le Point, firmato da Beatrice Parrino, scava nella figura di John Elkann, l’uomo che a soli 28 anni si trovò a ereditare un impero in bilico. «Ho ereditato soprattutto sfide e grandi responsabilità», ha dichiarato Elkann, che nel 2004 si affidò alla visione di Sergio Marchionne per risollevare la Fiat e traghettarla verso la globalizzazione.
Il ritratto di Elkann emerge anche attraverso le voci di personaggi illustri. Christine Lagarde, presidente della Bce, lo definisce «un contatto di fiducia in tempi di crisi», mentre Jeff Bezos loda la sua «metodicità e finezza analitica». Ma non manca la leggerezza: una notte parigina del 2023 lo vide passeggiare lungo la Senna con Elon Musk, condividendo una bottiglia di grappa in un incontro che pareva un'ode all’assurdo.
Tuttavia, il cuore dell’inchiesta pulsa attorno alla guerra intestina per l’eredità Agnelli. Margherita, madre di John, emerge come una figura complessa e controversa: «È una persona naturalmente violenta, piena di risentimento», ha dichiarato il figlio, ricordando presunti episodi di fanatismo religioso e tentativi di conversione dei figli alla religione ortodossa per compiacere il marito Serge de Pahlen. A pagarne il prezzo più alto, secondo Elkann, sarebbe stato il fratello Lapo.
E poi c’è la Juventus, definita una «religione di famiglia». Dalla gestione di Andrea Agnelli ai nuovi equilibri sotto la guida di Maurizio Scanavino, il club torinese continua a incarnare lo spirito competitivo del clan. Ma anche qui, tra ambizioni e giovani promesse, il passato resta un’ombra lunga: un bambino di sei anni, in una libreria di Parigi, confessò a Elkann di non aver dormito quando Cristiano Ronaldo lasciò la Juve. Una battuta che, come spesso accade con gli Agnelli, rivela in pochi tratti l’intreccio tra mito e realtà.
Mentre il racconto di Le Point illumina con nuovi dettagli la saga familiare, resta un interrogativo: quanto della storia degli Agnelli è ancora da scoprire, nascosto tra le pieghe di un passato che continua a riscrivere il presente?
Sui contenuti del reportage, particolarmente elogiativo per Elkann, è intervenuto citato da Rai News l'avvocato Dario Trevisan che difende Margherita nelle cause civili sull'eredità Agnelli in Svizzera e Italia e ha avviato anche l'inchiesta penale a Torino. "Ho sempre provato pari affetto per ciascuno dei miei figli", dice Margherita Agnelli tramite l’avvocato che definisce "singolare" che "queste presunte violenze siano denunciate dopo non meno di quarant'anni e, guarda caso, in coincidenza con il contezioso legale".