Ma come viaggiano verso uffici e fabbriche, fuori dal grande schermo, gli italiani protagonisti di questa giornata? Sì, quei lavoratori che ci siamo abituati ad associare a Fantozzi, impossibile da immaginare senza la sua Bianchina. Qualcuno ci ha pensato. Ecco alcune delle auto più diffuse tra i lavoratori del Paese. Ovviamente il posto d’onore è tutto per la Fiat. Impossibile non citarla. Anzi, è naturale che sovrasti per numero qualunque altro brand nella lista. Partiamo dalla Fiat Panda, uno dei grandi successi della casa torinese arrivato a 8 milioni di esemplari in 41 anni. Un gioiello firmato Giorgetto Giugiaro, il più longevo tra le tante superutilitarie, che potrebbe continuare la sua bellissima storia ora che, a partire dal 2022, potrà essere acquistata anche in versione ibrida.
8 milioni di unità vi sembrano tante? La Fiat Uno arriva a 9 milioni, posizionandosi al secondo posto tra le Fiat più venduta dopo un’inarrivabile 124 (20 milioni in tutto il mondo). La Uno scende in strada nel 1983 e verrà prodotta per 6 anni, mentre la seconda serie verrà prodotto dall’89 al ’95, stavolta anche con la possibilità di avere il cambio automatico Selecta. E che dire della Fiat Tipo, classe 1988, oggi tornata in vita grazie alla serie “nuova Tipo” prodotta a partire dal 2015? Più spigolosa di altre, ma ugualmente comoda, è stata anche un’auto da vacanza per tutta la famiglia, con un portabagagli da 350 litri.
E poi lei, la Fiat Punto, nata nel 1993 e ancora tra le protagoniste assolute dei tragitti casa-lavoro e non solo lungo tutta la Penisola. Anche se i numeri sono più bassi (1.272.570 di vetture vendute in tutta Europa), la Punto, oggi presente sul mercato nella versione del 2005 disegnata dalla Italdesign di Giugiaro, è ancora l’auto preferita da molte famiglie e da molti lavoratori italiani. Ma non finisce qui. La Fiat Duna è un classico dal 1985, pensata inizialmente per il mercato sudamericano e tornata in Europa nel 1987, anche se senza eguagliare la fortuna avuta oltreoceano. Né, tantomeno, quella del modello predecessore, la Fiat 128, presente sul mercato ormai dal 1969. Insomma, non si può dire che la Fiat non abbia puntato sui lavoratori.
Passiamo ad altri modelli, stavolta varcando i confini italiani. La Trabant, per esempio, l’auto simbolo della Germania sovietica. Quattro modelli tra il 1957 e il 1991 prodotti nella Repubblica Democratica Tedesca. Un’auto a dir poco simbolica. Basti pensare che tra i murales dell’East Side Gallery di Berlino (la parte di muro rimasta intatta), c’è anche lei, disegnata da Birgit Kinder. Poi la Renault 4, prodotta su richiesta del presidente della Losanga Pierre Dreyfus nel 1961. Un’auto pensata per essere economica ma comoda, in grado anche di ospitare un carico merci. Una macchina che, come altre, prova a sopravvivere alla svolta elettrica con una versione in arrivo.
La Opel Corsa ha compiuto da poco 40 anni di storia. Il nome è un tributo alla tradizione sportiva italiana, ma il marchio tedesco avrà fortuna in tutta Europa. Tra il 1997 e il 2920, venderà ben 7.715.179 di modelli. Anche lei non si sente da meno delle novità in arrivo sul mercato e la Opel ha scelto di puntare su una versione della Corsa che sia elettrica.
Chiudiamo in bellezza con due immancabili pezzi da novanta. Ovviamente lei, la Ford Fiesta, la cui storia inizia nel 1969 (anche se la produzione verrà avviata nel 1976) ed è destinata a terminare proprio a giugno di quest’anno, fra appena un mese. Un’auto che entro in aperta competizione, anche per via del prezzo, con la Fiat 127. E infine la Peugeot 104, prodotta dal 1972 al 1988 sul disegno di Paolo Martin di Pininfarina. Un piccolo gioiello che segnò l’ingresso della casa automobilistica nel mercato delle utilitarie, nonostante qualche piccola difficoltà iniziale (come, ad esempio, l’impossibilità di avere un portellone posteriore). Secondo voi quali saranno le auto dei lavoratori italiani del futuro?