Forza Napoli, sempre. Incondizionatamente!
Me la vivo fuori casa questa giornata, fuori porta, come se poi io avessi una porta … insomma girovaga del mondo, apolide per scelta, vivo Napoli-Salernitana a Londra, primo tempo e mezzo su Dazn da sola a casa, sul computer, non prima di aver messo la Vpn geolocalizzata a Catania per poter accedere alla app. Dopo il goal di Olivera scendo, c’è un bar proprio giù da casa mia, è un bar ristorante famosissimo qui in quel di Londra, si chiama “Da Maria” a Nothing Hill Gate. Scendo che se c’è da festeggiare mi unisco al gruppo e che andrà a Leicester Square a fare bordello…Esco, scendo giù e c’è folla fino a metà strada fuori il ristorante, la partita non si vedeva ma ho Dazn pure sull’I Phone (già attivato, Vpn connessa, ero col cellulare pure nei due minuti che mi separano da casa al bar) e seguo tutto, mi chiedono qualche foto, qualcuno mi riconosce, io invece mi vivo la mia ansia da sola, do poca confidenza, è da quando mi sono svegliata che ho pensato di starmene da sola, mi piace di più vivere le emozioni in contatto con me stessa che diffonderle e sprecarle verso l’esterno … a volte il mondo fuori mi toglie purezza, mi toglie poesia … questo è ciò che credo, ma ormai sono giù, “dai Paola, mi dico, “stai con la gente che tifa la tua stessa squadra”… e mentre lo penso mi emoziono un po’, piango, è da stamattina che caccio lacrime, sono emotivamente morbida se penso a questo scudetto, non è passione ora, non sento veemenza nel mio tifo, sento dolcezza, vicinanza. Chissà a chi o a cosa, forse solo a me stessa.
Complice il mascara, ero truccata abbastanza decisa, mi brucia un occhio in particolare, le lacrime hanno sciolto il trucco, c’è il nero del mascara nell’occhio, mi strofino e forse le mani non troppo pulite peggiorano le cose. Sto da sola, il cellulare a palla con la telecronaca di Pierluigi Pardo, una bolgia di napoletani a Nothing Hill, a un passo dallo scudetto certo e io inerme davanti al mascara nell’occhio che mi provoca bruciore e non riesco neanche più a vedere bene e tutto per colpa della mia stupida emozione che mi sta facendo diventare una “chiagnazzara”, che in napoletano significa piagnucolona, ma dire “chiagnazzara” rende di più l’idea di una che davvero ha aperto i rubinetti, sono emotivamente aperta, e devo dire non mi dispiace, entra solo quello che voglio, entrano solo le emozioni a cui do il permesso di entrare…
Prendo un taxi al volo anche solo per pochi metri, il disagio è tanto, devo salire sopra ormai non vedo più nulla, mi devo buttare l’acqua nell’occhio per lavarlo, mi ferma pure un tipo che mi chiede se fosse un tatuaggio quello vicino all’occhio perché era fantastico … io non gli rispondo ma mi faccio una domanda tra me e me e mi chiedo quante altre vite dovrò mai nascere ancora per pensare di farmi un disegno nero vicino all’occhio, io che odio i tatuaggi … in tutto questo pago i miei sei pounds non so come perché vedo ombrato, salgo sopra, seguo sempre intanto la partita, velocemente mi lavo la faccia e mi ritrucco, scendo giù di nuovo nel ristorante, la gente è aumentata, sul telefono sono con 45 secondi di ritardo, seguo la partita dal mio telefono e prima ancora dalle reazioni dei tifosi che riescono a vedere la partita dallo schermo in tv, per un attimo mi dispiace non essere a Napoli, mi sento di non stare nel posto giusto, mi sento un po’ sola, poi guardo il telefono e c’è il mio Napoli, c’è la telecronaca in italiano e ci sono io sopratutto, mi riconnetto (con me stessa), l’emozione è forte ma non mi disunisco questa volta e me ne compiaccio!!! Credo che tifare mi tolga ogni volta 10 anni da dosso, sono ansiosa, e conto i minuti, per gestire l’ansia a volte mi metto a contare durante le partite… penso che se continuo così quando mi farò più grande diventerò un soggetto a rischio infarto …
Segna la Salernitana, la mia emozione è quasi di sollievo non saprei spiegarla, c’è qualcosa che mi dice vabbè, con calma la prossima volta dai, è meglio, come se quasi mi sconvolgesse la vittoria, come se non fossi pronta al successo, come se quasi avessi paura e/o vergogna di andare a festeggiare … non so spiegarlo è come se il Napoli si intrecciasse con la mia vita vera, intima e personale,con le mie paure, con la mia cherofobia, come se il Napoli rispecchiasse me stessa. Poi mi dico “non è vero sei pronta, è bello tutto questo, te lo meriti, ma se succede la prossima volta è ok, è ok comunque Paola, è ok in ogni caso, e poi dai che cazzo non dipende solo da te Paola” mi dico … a volte ho la sensazione pazza di influire realmente con la mia energia e con i miei pensieri sui risultati delle partite … che tragedia amici, non lo auguro a nessuno. Un macello! E lo creo tutto da sola.
Finito il recupero, triplice fischio. Va bene lo stessoooo! Mi calmo, sono serena, mi voglio rendere ancora più pronta per la prossima volta, indosso la maglietta con una scritta “Football vs Homophobia” che volevo proprio indossare in questo giorno importante per un messaggio valoriale indispensabile, un messaggio con amore, lo stesso amore che provo per il calcio in generale, per il Napoli, e per il rispetto delle persone nel nostro essere tutti diversi l’uno dall’altro.
Mi piace la mia magliettina nuova, che fatica oggi raga, un altro passettino verso la conoscenza di me, per sentirmi più mio agio anche nel successo, un pezzettino in più nel percorso del piacere di fare la mia conoscenza, e imparare ad essere d’accordo con me, e tutto questo anche grazie al mio Napoli, che sento si intreccia nella mia vita, molto di più di una squadra di calcio, ma come una esterna rappresentazione del mio stesso personale percorso.
E allora va bene lo stesso.
Anche se a volte mi aspetto di più da te, non mi deludi, ma mi insegni ancora di più che cos’è l’amore e come si ama veramente, a prescindere da tutto. Sempre. Incondizionatamente!
Ti amo Paola.
Ti amo Napoli.
Alla prossima. Manca un centimetro vita mia!