Il Napoli è campione d’Italia da settimane. Lo dice la storia di questo campionato, lo racconta il vestito a festa di una città già da tempo decorata con i simboli del terzo scudetto, lo spiega l’incredibile serie di battute a vuoto di avversarie (Lazio, Inter, Milan, Juventus, Roma) che in realtà rivali serie per il titolo non lo sono mai state, al di là di alcuni successi rumorosi, ma ininfluenti, come le vittorie delle milanesi su Spalletti e i suoi. Il Napoli è campione d’Italia da settimane, e anche meritatamente, ma aritmeticamente ancora non lo è, e lo scherzetto gliel’ha giocato proprio una delle arcinemiche di campanile, la Salernitana, che ha rovesciato una tavola già imbandita per festeggiare il tricolore oggi, 30 aprile 2023, in un Maradona gremito all’interno e in tutta una città che attendeva quello e nient’altro che quello.
Era quasi tutto pronto: con l’Inter che aveva battuto la Lazio nell’ultimo quarto d’ora della partita di mezzogiorno, Napoli era pronta all’esplosione della festa di popolo con la Salernitana vittima sacrificale. Bastava vincere, e la rete di Mathias Olivera, a mezz’ora scarsa dal termine, dava l’impressione di essere il gol dello scudetto. Invece no, invece niente: a sei minuti dalla fine della partita del Maradona ecco l’azione personale di Boulaye Dia, il nazionale senegalese che ha trafitto Meret con un sinistro che i tifosi della Salernitana ricorderanno a lungo, a posticipare l’ufficialità matematica del tricolore partenopeo. Che arriverà mercoledì sera in albergo se la Lazio non batterà il Sassuolo, oppure giovedì notte se il Napoli, qualunque sia il risultato della Lazio, farà punti a Udine, nello stadio più distante dal Maradona tra tutti quelli dell’attuale Serie A.
Ed è un paradosso, considerando i prodromi di Napoli-Salernitana, con il rimpallo di pilateschi scarichi di responsabilità per concedere – con il pretesto dell’ordine pubblico – la realizzazione dei desiderata di De Laurentiis, ovvero giocare la partita, inizialmente prevista per sabato pomeriggio, alla domenica dopo Inter-Lazio, per poter trionfare così in casa nel derby e aumentare l’epica del giorno dei giorni. Pareva potesse davvero andare così, poi ecco Dia, il cui gol i tifosi del Napoli potranno scordarlo tra pochi giorni, ma appunto a Udine si giocherà di giovedì sera proprio come conseguenza del posticipo della partita con la Salernitana: una trasferta tutto sommato per pochi, mentre in città bisognerà di nuovo emanare ordinanze per rendere gestibili i festeggiamenti sfumati domenica, in quella che è stata comunque una giornata di festa popolare, ma alla quale è mancato il motivo ultimo per celebrare.
Sul campo era stato un tiro al bersaglio. Il Napoli non ha avuto il braccino, ma la Salernitana ha avuto la meglio perché, ormai senza reali obiettivi in questa stagione, aveva un solo obiettivo, appunto quello di campanile, ed è una motivazione che è bastata ad alzare un muro nel quale Olivera aveva anche fatto breccia, sì, ma che nessuno ha poi sfondato, consentendo così a Salerno di inserire nel pantheon granata un nuovo eroe calcistico, appunto Boulaye Dia, 26enne senegalese nato in Francia, colui che ha riscattato la vittima designata. Poco male: per il Napoli è ormai davvero una questione di giorni.