Prima domanda: ma il ministro alla sovranità alimentare continuerà a chiamarsi ministro o lo dovremo chiamare “ministrone”? E d’inverno “ministrone con i legumi”?
“Se non mangi tutti i tuoi broccoli non ti alzi da tavola!”: la “sovranità alimentare” (nome nuovo per il ministero dell’agricoltura) sta preoccupando un po’ tutti (nel caso dei broccoli, ad esempio, che – leggo – vengono coltivati soprattutto al Sud, ma il maggiore produttore è ahimé la Cina - chi viene a casa tua per controllare che li hai mangiati tutti, Lollobrigida – non Gina, quell’altro – o Nello Musumeci? E in questo secondo caso, se ti cade un pelo del pizzetto del ministro al Sud nei broccoli, che fai?). Dal “a letto senza cena” a “niente gelato”, il ministrone alla sovranità sembra un misto tra Frau Blucher (nitrito di cavalli) e un dietologo.
Altro problemone del ministrone: la “sovranità alimentare” sembra una cosa di destra ma si contrappone alle direttive del WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio); sembra la mensa di una caserma ma si ispira ai canoni dello SlowFood che è più radical chic; sembra un po’ rompicoglioni e invece, se leggete la “Dichiarazione di Nyéléni” - che è la bibbia della sovranità alimentare – è decisamente woke, forse troppo woke, in un epoca in cui non abbiamo ancora ben capito se il/la woke ci sta sulla minchia oppure no. Recita infatti la suddetta dichiarazione: “La sovranità alimentare è il diritto dei popoli a un cibo sano e culturalmente appropriato...”, culturalmente appropriato? CULTURALMENTE APPROPRIATO? Ci chiudono il sushi?
In Sicilia siamo disperati: l’arancino è “cosa nostra”, ma non è che la Sicilia sia proprio famosa per le sue risaie. Quanto tempo ci mette un prodotto alimentare a diventare culturalmente appropriato? Metteranno su una usucapione del prodotto agroalimentare? Possiamo considerare l’arancino ancora siciliano? E dove cazzo hanno prodotto le melanzane? Se faccio una pasta alla norma mi fanno la multa? E lo sapevo: è nata in Asia! Che ci mangiamo ora in Sicilia? Il couscous? No, neanche quello. Sto guardando con sospetto un ulivo. “Da dove vieni tu? Hai lo ius soli? Documenti prego… Che vuol dire Osman Demir? Sei nato in Turchia? Ma come in Turchia...”. C’è un carrubo senza documenti che sostiene di chiamarsi Ajeje Brazorf. Aiuto!