I grandi cambiamenti che in molti si auspicavano con le ultime europee ancora non si sono visti; dovremo attendere che il nuovo parlamento si insedi prima di poter assistere ai primi effetti del cambiamento. Cambiamento che vede nei suoi punti chiave anche la questione della transizione ecologica del parco auto europeo e il famigerato limite del 2035, anno in cui verrà bandito qualsiasi motore termico (benzina e diesel). Insomma, si tratta di decisioni che hanno fatto molto discutere in questi ultimi anni, ma da chi sono state prese? A metterci la faccia, come giusto e ovvio che sia, è stata sempre l’Unione europea, ma se vi dicessimo che questa è stata spinta da altri protagonisti? A rivelarlo sono Emanuela Meucci e Sergio Giraldo su La Verità, in articolo in cui rivelano come dietro la Commissione esista “un complesso reticolo di associazioni, professori, presunti esperti e Ong […] – che – ha un ruolo chiave nel processo decisionale”. Questi, come li descrivono i due giornalisti, sarebbero “le armi della Commissione per giustificare le politiche green […] grazie al mantra ‘lo dice la scienza’ che si è imposto durante la pandemia”. Dunque, alle spalle dei classici nomi dei politici europei ci sarebbe una ragnatela fitta ma trasparente. Questa, infatti, è possibile osservarla nel registro per la trasparenza dell’Ue, a cui queste lobby hanno il dovere di registrarsi. “Lo scorso anno – rivelano Meucci e Giraldo – figuravano 12.143 soggetti”. Ma di chi si tratta?
I due giornalisti, dunque, cominciano a fare i nomi di tutti questi protagonisti green, tra cui spicca “l’americana Transport & Environment (T&E), che sostiene ‘un sistema di mobilità a emissioni zero’”. In poche parole si tratta dell’associazione che ha spinto l’Ue verso il tanto chiacchierato 2035. Ma la T&E non è l’unica, presenti in questa ragnatela anche la Climate imperative foundation, la Climateworks foundation, l’European climate foundation, e la Schwab charitable Fund; di quest’ultima, rivela sempre La Verità, uno dei sostenitori è Mark Zuckerberg. Invece, scrivono Meucci e Giraldo, “un altro finanziatore diretto della T&E è New venture fund: alcuni suoi ex dirigenti sono entrati nell’amministrazione Biden. Spuntano poi a sorpresa altri due grandi finanziatori […] il ministero dell’Ambiente tedesco e la Commissione europea, che nel 2022 ha erogato 739.000 euro […] Dunque – continuano i due giornalisti –, i gruppi di pressione hanno più ruoli. Sono dei colegislatori di fatto, influenzano le decisioni, ricevono denaro dalle istituzioni europee per fare quello che la Commissione vuole fare e, presumibilmente, per dire alla Commissione ciò che vuole sentire”.