Una tragedia che colpisce la famiglia di Carla Viganò, la 73enne investita a Casatenovo, nel Lecchese, morta tentando di salvare suo nipote di otto anni da un camion. Carla stava accompagnando il bambino a scuola quando, nel momento di attraversare la strada sulle strisce pedonali, si accorge che un camion sta arrivando verso di loro durante una manovra. Il sangue freddo e dei riflessi materni, istintivi, l’hanno portata a spingere senza pensarci il nipotino in modo da toglierlo dalla traiettoria del camion. Ma lei non ha potuto fare niente ed è stata travolta. I primi soccorsi sono arrivati grazie all’intervento di un’infermiera che stava rientrando a casa dopo il turno di notte. La ragazza ha chiamato i soccorsi e ha tentato le manovre di rianimazione sulla pensionata, ma senza successo.
A nulla è servito l’arrivo dell’eliambulanza di Como, con i volontari della Croce Bianca. Carla è morta subito dopo essere stata investita e per lei non c’è stato nulla da fare. Il bambino ora è salvo, grazie al gesto eroico della nonna. Una giornata di lutto per la frazione di Rogoredo. A unirsi al lutto, accanto alla famiglia, anche la USD Casatese e altre realtà cittadine. I parenti hanno dichiarato che Carla vivesse per i suoi nipoti e ora chiedono donazioni per il movimento di volontariato di ispirazione cattolica Operazione Mato Grosso (OMG). Carla era infatti catechista e tanti la ricordano per la sua attività in Paese: «Per noi degli '90, piccoli vandali di Campofiorenzo che, tra una partita di pallone e qualche marachella, hanno avuto il piacere di conoscerla come insegnante di catechismo, riusciva a comunicare con noi giovani ragazzini usando le parole non della chiesa, ma di una donna consapevole, altruista e benevola, accompagnando le parole ai fatti, volontariato, carità, sempre nel silenzio, quasi a voler sminuire il suo infinito altruismo».