È iniziato lo sciopero generale nazionale di 48 ore dei tassisti che, in arrivo anche da Napoli, Firenze e Milano, bloccheranno la Capitale creando non pochi disagi a turisti e cittadini romani. Le possibilità di trovare dei collegamenti con gli aeroporti di Fiumicino, Ciampino, Milano Malpensa e con le principali stazioni dei treni saranno minime. In aggiunta a questo sono ancora in corso gli scioperi indetti da numerose compagnie aeree low cost, che, nelle ultime settimane, hanno lasciato a terra centinaia di passeggeri diretti in tutta Europa, gettando il settore turistico nel caos. I conducenti delle auto bianche hanno programmato di sfilare in corteo per le vie del centro partendo da piazza della Repubblica per arrivare fino a piazza Venezia.
I tassisti sono scesi in strada per protestare contro l’articolo 10 del Ddl Concorrenza, dopo il fallimento dell’ultimo tentativo di mediazione in extremis al ministero dei Trasporti, tra Teresa Bellanova e le 27 sigle sindacali dei taxi. L’incontro, che è andato avanti a oltranza per più di tre ore, è terminato con una fumata nera. L’unica sigla a essere uscita positiva dall’incontro è stata Uiltrasporti, che ha dichiarato: “Riteniamo incomprensibile la scelta di mantenere lo sciopero programmato nel settore taxi”. Tuttavia Roma ha iniziato subito a organizzarsi, attraverso la chiusura dele strade per favorire il passaggio del corteo.
In molti credevano, o almeno speravano, che dopo l’accordo con Uber gli animi dei tassisti si potessero finalmente calmare e non ci fossero più troppi disservizi. E invece i sindacati dei tassisti hanno tentato invano di ottenere uno stralcio totale della norma. In un comunicato i sindacati hanno spiegato che: “L’articolo 10 del Ddl Concorrenza non verrà stralciato ma modificato nelle parti non sostanziali. Siamo sempre più sicuri che la riscrittura delle norme per migliorare il settore debba avvenire non con una legge delega inserito in un Ddl, ma attraverso un provvedimento di confronto tra categoria, governo e sindacati”. I tassisti non accettano la deregolamentazione del settore prevista nell’articolo 10 del Ddl: “L’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati”. Nel frattempo il Ddl concorrenza prosegue il suo iter che lo ha visto approdare alla camera. L’obbiettivo dei parlamentari sarebbe quello di chiudere le votazioni durante la terza settimana di luglio.
Lo sciopero ha visto anche il sostegno del Partito di Rifondazione Comunista di Roma: “Con la scusa di aumentare la concorrenza in favore degli utenti della mobilità non di linea, si intende consegnare il settore alla gestione delle piattaforme web; trasformando il tassista in un precario della mobilità sottoposto agli algoritmi e trasferendo i profitti alle multinazionali che si arricchiranno alle spalle dei lavoratori della mobilità e degli utenti che si ritroverebbero un servizio pubblico sottoposto a oligopoli di fatto”. Marco Bizzoni, segretario PRC di Roma, afferma che: “Quello dei taxi è un servizio pubblico con vincoli e regole; che andrebbero sicuramente riviste ed adeguate, per impedire l’accumulo ed il mercato delle licenze, ma che deve essere tutelato. Per questo è necessario che sia cancellato l’art 10 dal Ddl “concorrenza” che regala questo servizio al dominio delle piattaforme web”.