Leggenda narra che Guia Soncini, la penna più caustica del giornalismo di costume nostrano, sia impossibile da intervistare. Per farlo, raccontano decine di sopravvissuti tuttora sotto choc, la giornalista richiederebbe di superare una sorta di test d'ingresso: "Lei, giovane, quanti e quali quotidiani legge ogni mattina? Qual è l'ultimo libro che ha sfogliato quest'anno?". Se le risposte la soddisfano, la telefonica può cominciare. Altrimenti, riaggancia. Ebbene, ammesso che ciò sia vero (e se ve lo stiamo raccontando, qualche base per dirlo la abbiamo pure), verrebbe da dire che Soncini, magari complice questo caldissimo agosto, qualche paginone se lo sia pur persa nelle settimane passate: dando una letta al report che ha vergato su F in merito alle due date del Jova Beach Party a Barletta, emerge chiaramente che la nostra non abbia mai sentito parlare di green washing, "eco-nazisti" e del sempre caro fratino. Con buona pace degli ecosistemi andati distrutti forse per sempre e delle spiagge brutalmente livellate da ruspe su e giù per lo stivale, la perennemente corrosiva Guia descrive il Jova Beach Party come una "gita di famiglia" in cui sono l'amore e la positività a regnare sovrane. Là dove non avrebbe osato nemmeno il più spavaldo degli uffici stampa, vola Soncini: da Grimilde a fata madrina nel giro di un accredito backstage. Menomale che il Jova c'è.
"Jovanotti è femmina", titola il reportage. Un pirotecnico tentativo di aggirare il battage sul green washing tirando fuori la carta matta della fluidità? Nonostante le apparenze, no. La giornalista spiega già nell'incipit come Cherubini sia "femmina", per stessa ammissione dell'artista, in quanto pieno di abiti griffati che farebbero invidia a qualunque donna. Oltre al fastidioso cliché, ci spingeremmo a dire che presumere che ogni portatrice sana di vulva brami d'andar in giro addobbata da totem dell'invulnerabilità di Crash Bandicoot sia oltremodo offensivo.
Apprendiamo, inoltrandoci nella lettura, come le donne della vita di Lorenzo siano due: la figlia Teresa e la moglie Francesca. Lo invidieranno? No. Preferiscono "inseguirlo per il backstage" canzonandolo per le calzature orrende che porta ai piedi, si legge. Ci sentiamo di ringraziarle a nome della collettività con un plauso alla critica feroce, anzichenò. Ma tocca tenercela buona, sarà l'unica.
Poi Soncini passa a discettare del concetto di "famiglia" e di quanto questo sia vero fil rouge dell'intero evento: Morandi si aggira nel backstage affamato perché senza la moglie Anna non è in grado di procacciarsi del cibo, Giuliano Sangiorgi è il genitore preferito dalla sua piccola Stella che comincia a strepitare più di un fratino evacuato dal nido quando papà si allontana, Zalone (per gli amici "Luca"), gli chiede lumi su come sviluppare un rapporto così speciale con la prole. C'è altro che vorremmo sapere in merito all'aria che si respira nel backstage di un Jova Beach Party?
Forse sì. Ma non l'avremo. Vinciamo, invece, un roboante paragone tra Lorenzo Cherubini e Giacomo Leopardi. Potente risuona in noi l'eco della parodia che Zalone fece di Jovanotti durante una storica puntata di Zelig: "A te che hai scritto 'sei il mio grande amore e il mio amore grande'/e per questa cazzata qui, magari ti senti pure Dante". Sorridiamo. Sorridiamo fino a scoprire la strarirapante umiltà del Jova che sul palco invidia bonariamente Sangiorgi, ammettendo di non possedere la sua stessa estensione vocale. Ma dai? Com'è umano lui.
Certo, poi, perfino l'autrice di questo fondamentale reportage ammette che una faraonica rassegna come il Jova Beach Party parta da un ego di proporzioni importanti. Ma quale grande concerto pop, in fondo, non nasce per lo stesso motivo? Assolto. Perché così fan tutti. ll fatto che "tutti", poi, diano sfoggio della propria megalomania artistica all'interno di stadi e palazzetti lasciando in pace l'ambiente, naturale, non è dettaglio da inserire. Anche perché Soncini ha passato 48 ore con Cherubini, sì, ma pure in compagnia della responsabile della comunicazione dell'artista-guru, ossia Dalia Gaberščik, figlia di Giorgio Gaber e boss di Goigest. Stupisce che non si muova foglia, nevvero?
Sappiamo bene come Guia sia fan della prima ora di Cherubini, tanto da venir invitata nemmeno alla presentazione dei suoi dischi, ma proprio in sala di registrazione. Cosa che avviene non certo per tutti i fan, ma solo per quelli che hanno fatto carriera. È lei stessa a scriverlo su Instagram. Dalla penna che vergò il geniale appellativo "Latina Turner" per il Tiziano Ferro degli esordi, però, ci si aspettava qualcosa di più. Vogliamo dire: è cristallino che il Poeta di "Siamo in due come l'asino e il bue", quando si trova ad applicare questa sua illuminata vision a qualunque altro tema che non sia la musica pop per l'esofago del Paese, possa dimostrarsi fallimentare. Però Soncini non ne fa cenno, abbiamo dato una letta per completezza d'informazione, nemmeno nel pezzo sul Jova Beach Party che ha covato il primo d'agosto per Linkiesta: tutto incentrato su Zalone ma, principalmente, su un bisticcio intercorso tra lei e una cardiologa davanti al reparto surgelati del Carrefour. Nell'era della suscettibilità, chi tace è complice. Ego-giornalisti, compresi.