Mentre impazzano le polemiche per il Jova Beach Party, con ambientalisti che tirano la giacca dell'indignazione da ambo i lati, Lorenzo Cherubini lucchetta pure il profilo Twitter, segno di quanto poco gradisca questa presa di libertà dei criticanti. E quindi il santone delle spiagge proprio non ci sta, e sordo e cieco agli ammonimenti degli esperti anche più validi, come il geologo Mario Tozzi, che in tono sommesso e pacato osa far notare quanto il suo tour nelle spiagge sia operazione scellerata (eco-nazista pure lui?), decide di silenziare un profilo con quasi 4 milioni di follower al seguito. E allora viva la libertà (di pensiero), sì ma se piace al "ragazzo fortunato".
Eppure, in tutto ciò, siamo proprio sicuri sicuri che Capitan Jack Sparrow de noantri, meglio conosciuto come il castigatore di fratini, se ne freghi coscientemente delle conseguenze del suo tour per le spiagge? Insomma, a dirglielo, scriverlo, disegnarlo, sono stati proprio tanti, e malgrado qualche benedizione di comodo (Matteo Salvini, sei ancora tu?), è tutta una voce, un coro che bacchetta, tra associazioni ambientaliste e comuni mortali. E a rimetterci la faccia è sempre e solo lui, incluso per quell'affaruccio del lavoro nero, a cui ha replicato in calcio d'angolo anche la Trident di Salvadori (promoter del tour: e no, non c'era nessun killeraggio), e saltato fuori a braccetto della tappa di Fermo. Allora un pensiero ostinato, quasi molesto, comincia a farsi strada nella mente, e nidifica proprio come il carissimo uccelletto. E se sua santissima divinità dei mari non comprendesse veramente le conseguenze del suo itinerante happening?
Insomma, il caro Jova sembra veramente in buona fede, preso com'è da quel delirio d'amore universale che professa come novello Messia delle acque, con 50 mila discepoli al seguito che, nonostante tutto, ogni volta pagano per vedere quello che fa. E come replica a Tozzi, considera il suo tour "la più grande iniziativa che parla d'ambiente mai fatta in Italia". E blatera di "santa inquisizione" e altre cavolate. Sarà forse un effetto dell'età? La sua, di boomer certificato.
Per cui immagina di fare davvero del bene a chi vuole godere della sua musica, e fare il bene del mondo, e col beneplacito del Wwf per assurdo. Persevera perché semplicemente non capisce che non è questa la strada giusta. E dunque non ci arriva, e a questo punto non è nemmeno colpa sua. E allora il suo scopo segreto non è lanciare un messaggio diseducativo, e a spese dell'ambiente per di più, ma divulgare il peace & love a destra e a manca, come novello figlio dei fiori, ma con buon senso mandato al diavolo, per giunta. L'avrà riservato al summit dei potenti del mondo, quello per cui si vanta di avere l'invito?
Certo, qualcuno potrebbe pure indirizzarlo meglio, ma se a nulla possono gli esperti, chi mai può farlo ragionare sui frutti del suo peregrinare? Forse i musicisti, invitati a tatuarsi il logo del tour sul braccio, come parte di una setta di pensatori di contrabbando? E allora, il cerchio si chiude: Cherubini è perso nel suo mondo fantastico, da hippy boomer ostinato. Sarà l'età, sarà un effetto collaterale del sole che picchia mentre canta... E dunque, cari ambientalisti, cari fan, conservate almeno un rigurgito di pietà. Non è la cattiveria che muove Jovanotti. È proprio che non ce la fa.