L'addio non solo è una possibilità, ma potrebbe pure essere volpino assai. I Coma Cose hanno annunciato ufficialmente di essersi lasciati, dopo dieci anni di relazione e appena uno di matrimonio (celebrato il 24 ottobre 2024). California e Fausto divorziano, dandone notizia a una ventina di giorni dalle date nei palazzetti di Milano (Forum di Assago, 27 ottobre) e Roma (Palazzo dello Sport, 30 ottobre). Live con biglietti in vendita dai 30 ai 60 euro, prezzi iper pop, considerato che in quelle location chiunque altri vi si esibisca ne richiede come minimo 80 a cranio. Eppure, la piantine su TicketOne risultavano semi-deserte o, per dirla col titolo di una loro (bellissima) canzone, con parecchi 'Posti Vuoti', perfino troppi. E se fosse stato davvero questo il vero problema? Le voci sulla loro separazione si rincorrono da mesi, l'estate appena scorsa California era stata paparazzata in spiaggia con un altro, senza che la questione venisse commentata dai diretti interessati. Sarà mica che hanno aspettato il momento 'giusto' per dare il tristo annuncio, evitando così d'ammettere urbi et orbi che a sentirli dal vivo non ci sarebbe andato nessuno? A pensar male di fa peccato, ma di rado si sbaglia...
Dopo il successo di 'Cuoricini' alla scorso Festivàl, forse il management dei Coma Cose aveva tentato, come spesso purtroppo capita, di fare il passo più lungo della gamba, annunciando quelle due date nei palazzetti di Roma e Milano. L'estate, però, aveva già dato chiari segnali di presagi avversi. Come accaduto a tanti altri post-sanremesi e non solo da Rkomi ai Kolors che hanno dovuto ricollocare il tour nei Forum d'Italia rispettivamente in teatri e centri commerciali. Molte date dei Coma Cose, anche di feste in piazza, sono saltate "per motivi organizzativi e indipendenti dalla volontà degli artisti" e all'ultimo minuto. Si può pensare che già ci fosse maretta tra i due, oppure che un tormentone, per altro spalmato in così tante trasmissioni tv da diventare presto un tormento, potesse essere condizione necessaria, certo, ma non sufficiente ad alzar biglietti. Così l'addio è diventato una possibilità concreta per le tappe di Firenze (3 luglio) e Napli (24 luglio). Stessa sorte per quella prevista a Cattolica (2 agosto), mentre molte altre sono state ridimensionate, ossia spostate in contesti più piccoli. Insomma, l'aria di crisi c'era. E non solo 'di coppia', come riportato da tutte le testate di gossip mentre ce ne stavamo sotto l'ombrellone. Dando una lettura al comunicato social dei Coma Cose, poi, salta all'occhio un altro dettaglio (mica da poco)...
California e Fausto annunciano congiuntamente che "ormai eravamo solo una coppia sul palco e non c’era proprio più nulla da riprendere (dal punto di vista sentimentale, ndr)". Giurano poi di essersi lasciati "senza rancore" e che proprio per questo faranno di tutto per non perdersi a vicenda nella vita. Vero o no, messa giù così la domanda resta: se in scena non avevano problemi e ancora si divertivano insieme, come mai cancellare le date nei palazzetti? Sarebbero state soltanto un paio e tra 20 giorni, un preavviso davvero ridicolo per annullare. Specie perché, oramai lo sapevano anche i ciottoli di fiume, non si è trattato di una rottura improvvisa, piovuta dal cielo proprio il giorno in cui è stata annunciata (ieri, 6 ottobre 2025).
Va bene la sospensione dell'incredulità, il dispiacere per una bellissima coppia che si molla dopo dieci anni di unione. Ma leviamoci per un attimo i paraocchi e guardiamo ciò che vediamo, non come ci viene raccontato in belle parole: cancellare date, specie nei palazzetti non è uno scherzo (anche dal punto di vista meramente economico). In genere accade quando, per tanti motivi, non si raggiunge la capienza minima affinché l'evento si possa davvero tenere. Mica perché (non) di bisticcia. Se il duo l'avesse, appunto, raggiunta, avrebbe approfittato di quella occasione, probabilmente della data conclusiva a Roma, per annunciare l'adieu. E via di reel Instagram super virali. Non solo, fare lo stesso quei concerti, magari in location meno blasonate, sarebbe stato un atto di rispetto nei confronti dei fan che avrebbero meritato un finale decente a questa bella storia artistica. Cancellare e basta senza neanche dir loro addio è mossa ingenerosa assai, specie per chi, come me, li segue con affetto fin dai tempi di 'Post Concerto'.
I Coma Cose sono stati una buona parentesi della musica nostrana, inizialmente hanno fatto sperare i più puri di cuore in un possibile ritorno dell'indie italiano propriamente detto (e soprattutto scritto). Per chi dovesse pensare che California e Fausto siano 'solo quelli di Cuoricini', urge un ripasso, una riconnessione con la realtà storico-fattuale. I Coma Cose sono (stati) quelli di 'Post Concerto', di 'Mancarsi, di 'Anima Lattina', de 'L'Addio', di 'Fiamme negli Occhi', di 'Posti Vuoti' e di tanti altri brani che sono diventati, spesse volte, inni generazionali per ventenni di tutte le età. Con la svolta mainstream, quei tre Sanremo, avevano forse perso il graffio, l'identità iniziale, guadagnando però in termini di pubblico, lato mainstream.
Onore a ciò che è stato, con parecchio amaro in bocca per questo finale dalla comunicazione volpina. Lo ribadiamo: un'ultima festa, sia pure in un centro sociale da dove hanno mosso i primi passi, se la meritavano. E ce la meritavamo. Non è un peccato che si siano lasciati (capita), la vera sciagura è che siano diventati troppo 'chic'. Dimenticando, purtroppo, uno splendido dogma da loro stessi enunciato nel primo brano di lor conio: "Garibaldi aveva solo mille follower".