“La minaccia che mi preoccupa di più nei confronti dell'Europa non è la Russia, non è la Cina. Non è nessun altro attore esterno. Quello che mi preoccupa è la minaccia dall'interno: l'allontanamento dell'Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d'America”. Il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha scelto il palcoscenico offerto dalla Conferenza sulla sicurezza di Monaco per sferrare un colpo deciso all'Unione Europea. Direttamente dal cuore del continente, il braccio destro di Donald Trump ha annunciato urbi et orbi un nuovo capitolo nei rapporti tra Washington e Bruxelles. Un rapporto che non si baserà più sulla burocrazia di Bruxelles, su concetti vuoti o sulla dialettica fine a se stessa, ma sulle relazioni dirette – se non personali – tra il grande capo Trump, coadiuvato dal sempre più centrale Elon Musk (che è molto più di un semplice “incaricato di rendere efficiente la macchina burocratica degli Usa”), e i vari leader delle destre europee. Dimenticatevi, dunque, i nostalgici di improbabili dittatori del '900, le braccia tese, le svastiche e l'antisemitismo. Dimenticatevi il “nero”, le risse in piazza e i passamontagna di gruppuscoli di estremisti desiderosi di “fare la rivoluzione”. La rivoluzione, oggi, parte dagli Usa. È sorretta dal ciuffo biondo platino di Trump, alimentata dai miliardi del tycoon e dai sogni utopici di Musk. Signore e signori, ecco a voi la tecnodestra.


La tecnodestra non fa paura perché non è violenta nei modi, ma semmai nel linguaggio (“E che sarà mai nell'era dei social dove l'offesa è diventata normalità?”, penserà l'uomo comune). Non si basa su libri sacri, ideologie o dogmi scritti da chissà quale teorico. Rappresenta una fusione tra politica di destra (leggi: conservatorismo) e tecnologia come strumento di cambiamento sociale e politico. L'obiettivo? Creare una nuova forma di sovranità nazionale in contrasto con le istituzioni tradizionali come l'Unione Europea. È una destra ricca, in giacca e cravatta, che sfrutta la tecnologia, i media digitali e l'innovazione per rafforzare le proprie posizioni politiche. Musk e Trump rappresentano il volto di tutto questo: il primo sogna di colonizzare Marte e di portare i turisti nello Spazio, il secondo di cancellare per sempre l'onda woke e il progressismo nato dal '68 in poi nei college e nelle università occidentali. I due tycoon hanno unito idee e miliardi. È uscito fuori un Giano bifronte che vuole assumere la forma completa: quella di Cerbero a tre teste. L'ultima testa coincide con la diffusione del verbo della tecnodestra in Europa e, se possibile, anche oltre. Per quanto riguarda il Vecchio Continente, il processo è già iniziato. Non ve ne siete accorti? Beh, vi diciamo di più: unendo qualche punto, è persino possibile ipotizzare la fine dei “lavori”.

Sono due le Sliding Doors da cerchiare di rosso sul calendario. La prima coincide con le prossime elezioni presidenziali statunitensi. Non conosciamo il giorno esatto, ma sappiamo che le votazioni si terranno nel novembre del 2028. E Trump, o chi per lui, ha buone probabilità di vincerle. La seconda riguarda le elezioni europee in programma nel 2029 (anche qui non c'è ancora una data precisa). Nel caso in cui Trump e Musk dovessero bissare il successo del 2024, è facile ipotizzare una valanga delle destre in vari Paesi europei. Destre che, va da sé, avvicinandosi a Trump, assumeranno i connotati delle tecnodestre. In Italia i giochi sono fatti e Giorgia Meloni sembra ormai essere diventata l'interlocutrice preferita della Casa Bianca in Europa. L'Ungheria di Viktor Orbán e la Polonia di Tusk rientrano nel gruppo (anche se Varsavia dovrà essere “calmata” a dovere sul dossier ucraino). Un gruppone che potrebbe presto includere la Germania a trazione AfD di Alice Weidel (“benedetta” da Vance), la Francia di Éric Zemmour (più che di Le Pen), e forse anche l'Olanda e il Regno Unito (paradosso dei paradossi!). E attenzione, perché la tecnodestra Usa potrebbe espandersi anche ben oltre l'Europa. Dove? In Asia, più precisamente in India, dove il primo ministro Narendra Modi, che pochi giorni fa era a Washington per incontrare Trump, potrebbe accogliere in patria Starlink e Tesla, le due aziende gioiello di un Musk felicissimo di incrementare i propri affari in un mercato immenso come quello di Delhi. Piccolo particolare: Modi è un nazionalista che parla lo stesso linguaggio di Trump (e di svariati leader europei). Entrambi sono ferventi anti-comunisti e odiano qualsiasi concetto possa rimandare al woke. Se non ci saranno dazi (e cioè se Usa e India troveranno un accordo commerciale), la tecnodestra potrebbe mettere radici alle pendici dell'Himalaya, dopo aver conquistato Bruxelles.

