E adesso le nuove battaglie del Pd e dei fake left sono il Teatro di Roma e la pasta Rummo. Ma come, direte voi, con tutte le cose che stanno succedendo che c'entra il Teatro di Roma? Cosa c'entra la pasta Rummo? Già. La sinistra italiana che sinistra non è (infatti ho utilizzato l'espressione fake left, quelli che credono di essere di sinistra ma sono solo dei radical chic che di radical, come diceva Niccolò Contessa de I Cani non hanno niente e sono solo chic), insomma questi qui invece di occuparsi delle grandi battaglie si occupano delle piccole poltrone e delle mezze penne. È deprimente. Fanno tenerezza. Punto uno: si lamentano che il direttore generale del teatro di Roma guadagna troppo ed è meloniano. Punto due: dopo che Rummo fa pasta da sei generazioni siccome Salvini ha fatto un video dal pastificio lanciano l'idea di boicottarla. Ma perché dico perché...
Non so, sarebbe bello che la Schlein e gli altri mi dicessero cosa pensano di Trump, dell'estrema destra tedesca che sta prendendo sempre più potere e che addirittura parla di fare un sondaggio per far uscire la Germania dall'Unione Europea, che significherebbe la fine dell'Europa. Sarebbe bello che parlassero delle famiglie israeliane che se la prendono con Netanyahu, della crisi nel Mar Rosso, della crisi economica che ci attanaglia. No! Teatro di Roma e pasta Rummo! Sulla pasta Rummo che senso ha per una visita e un video di Salvini boicottarla e danneggiare così tutti i lavoratori. Me lo volete spiegare? Sul teatro di Roma invece cari Pd e fake left vi do una notizia: per comandare e decidere chi va sulle piccole poltrone bisogna vincere le elezioni. E sapete come si possono vincere? Concentrandosi sulle grandi battaglie, perché quelle sono le cose che interessano e contano davvero. Quindi la domanda: come siamo messi se il problema della (fake) sinistra sono le poltroncine o la pasta Rummo? Male, malissimo.