In questo mondo costellato da varie rubriche e dai “Caro Diario” on line c’è sempre da correre e da spararla più grossa del prossimo, a volte ferendo molte persone che non la pensano come te. Per gli utenti dei social è quasi un lavoro, una vocazione, ma soprattutto una passione quella di replicare a personaggi famosi che da attori diventano politici, e da cantanti da palco internazionale diventano attivisti. Mi sono fermata a pensare per una settimana osservando e leggendo quasi tutti gli articoli di risposta sulla simpatica provocazione della signora Paola Cortellesi: io non me la prendo più di tanto con lei, perché capisco che è un’attrice e una comica, e sono sicura che la sua Lectio Magistralis alla Luiss alla fine sia stata un’ottima mossa pubblicitaria sull’onda del politicamente corretto e dell’ultimo trend del patriarcato per ulteriormente promuovere il suo primo film che la vede come regista. Giustamente la Cortellesi deve guadagnare la pagnotta come tanti altri, perché là fuori è una giungla: come dice Belen Rodriguez, arriva quella con il culo più sodo e ti porta via il lavoro! Ma cosa sta succedendo a queste donne? Sono rimasta infatti molto colpita dall’ipocrisia di Belen, soprattutto perché non è più una donna immigrata dall’Argentina, bensì un’affermata donna di spettacolo: è cresciuta con noi in Italia e ha conosciuto e frequentato persone altolocate, ma il suo ultimo commento sul “culo sodo” mi ha lasciata di stucco, come se lei avesse ancora quella mentalità da paesi latini un po' retrogradi dove la cosa più importante è vendere il “culo sodo” da quando sono minorenni. Non penso sia questo il messaggio che voleva far passare, ma molti lo hanno interpretato così. Belen vuole auto-colpevolizzare il decadimento del proprio fisico a causa dell’età, quando comunque lei ha un fisico migliore di tante ventenni nonché una bellissima personalità di spettacolo. Credo che lei conosca perfettamente il vero motivo per cui non trova più un posto in televisione, anche perché non vedo in giro ventenni che l’abbiano rimpiazzata. Questa moda del vittimismo e del piangersi addosso ha veramente stancato! Ormai questo atteggiamento di autocommiserazione non provoca alcuno spunto di riflessione e soprattutto non attira solidarietà, bensì l’effetto contrario.
Tornando al monologo della Cortellesi, mentre lo ascoltavo pensavo che, se Giulia Cecchettin e tantissime altre donne avessero avuto sette amici o sette vicini di casa come i sette nani, forse oggi sarebbero ancora vive. Anche loro erano innocenti, ma la bellezza non le ha aiutate a fronteggiare i loro mostri, che di fronte alle loro qualità non hanno avuto alcun ripensamento, in quanto sono state o strangolate o pugnalate! Credo che paragonare delle fiabe per bambini a lieto fine alla realtà dei nostri tempi sia una mossa veramente di poco senso, e mi sorprende che questa porcheria debba entrare nelle scuole dei nostri figli: non c’è già abbastanza amarezza nel cuore dei nostri giovani? Perché non raccontare ai bambini che esiste ancora la speranza? Che può esserci un lieto fine, e che gli uomini possono salvare le donne e non ucciderle? Se Biancaneve e Cenerentola fossero due donne di oggi avrebbero bisogno di un Tso urgente, perché l’ingenuità non ha spazio nel mondo reale: sono pure e innocenti, non fanno soldi su OnlyFans, non vendono l’utero per 70mila dollari, non portano i loro principi azzurri nei locali per scambisti e non hanno la “sorpresa” sotto la gonna! Meno male che in quelle fiabe le due protagoniste sono state aiutate entrambe dal sano patriarcato e che, per esempio, nella scena finale di Biancaneve si vedono i sette nani inferociti mentre inseguono la strega cattiva (matriarcato tossico) per darle una lezione e impedirle di nuocere. Nani aiutati alla fine anche dal Padreterno, che scaglia un bel fulmine facendo precipitare la strega nel dirupo. E vissero tutti felici e contenti! Sì, perché certe streghe le si possono far tacere per riportare un po’ di sani valori dentro le nostre case, ed è molto facile: basta cambiare canale.