Mercoledì 23 aprile, seconda serata su La7: Vittorio Sgarbi ci immerge in un incontro incendiario tra due figure leggendaria della cultura: Pier Paolo Pasolini e Michelangelo Merisi, meglio noto come Caravaggio. Il programma, intitolato "Pasolini e Caravaggio, Ragazzi di vita", promette di trasportare il pubblico nelle vite e nelle opere di questi due mostri sacri, unendo il genio artistico con le sfide esistenziali che li hanno segnati. Ma non aspettatevi la solita celebrazione storica. Sgarbi, che si sta riprendendo da una brutta depressione ma è stato annunciato negli appuntamenti futuri della Milanesiana, con il suo approccio tagliente e provocatorio, va oltre il semplice racconto. Porta alla luce come Pasolini e Caravaggio, pur separati da quattro secoli, abbiano vissuto e lottato contro un mondo che li rifiutava, affrontando ostracismi simili e pagando con la vita il prezzo della loro libertà intellettuale. Un’introspezione che va ben oltre la mera iconografia, analizzando la radice delle loro rivoluzioni artistiche e culturali.

Come sottolinea lo stesso Sgarbi, Caravaggio è "doppiamente contemporaneo": non solo perché le sue opere sono ancora vive e vitali, ma anche perché la sensibilità del nostro tempo ha restituito loro significato, più di quanto non abbiano fatto il Settecento o l’Ottocento. "Non sono stati il Settecento o l'Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento", afferma il critico, ricordando come ogni secolo scelga i propri artisti, riuscendo a interpretare e a sentire la loro arte in maniera nuova e contemporanea. E in questo, Caravaggio non è mai stato più vicino a noi, con tutte le sue inquietudini e bellezze. Un’analogia che Sgarbi intreccia con Pasolini, altro gigante della cultura italiana, noto per la sua visione cruda e autentica della società. Come Caravaggio, Pasolini ha suscitato forti polemiche e incomprensioni, mettendo in discussione le convenzioni e dando voce alle realtà invisibili, mai totalmente comprese dal suo tempo e, forse, nemmeno dal nostro. Registrato al Teatro Puccini di Firenze e prodotto dalla Betty Wrong di Elisabetta Sgarbi, lo spettacolo promette di esplorare, con la cura del montaggio e gli effetti visivi di Ludovico Polignano, le affinità, i conflitti e le sfide artistiche di due dei più grandi innovatori della storia della cultura. Un appuntamento imperdibile per gli amanti dell’arte e della riflessione critica.
